Europa, Europa, quo vadis?
Sottotitolo: Il futuro dell’Europa in prospettiva escatologica
ISBN: 9788864092478
Pagine: 160
Data di pubblicazione: Novembre 2013
In poche parole: Una lettura escatologica dell’inondazione di laicismo, empietà, negazione di ogni valore religioso autentico e umano nell’Europa che si incammina sulla strada della dittatura anticristica.
Secondo il cristianesimo, gli eventi storici verificatesi nel passato sono considerati prefigurazioni paradigmatiche che si ripresentano nel futuro come riedizione o restaurazione, con nuovi eventi declinabili su parametri fissi ma con connotazioni innovative, o varianti, dovute all’introduzione di variabili aggiuntive, riproducibili in modo mai identico al passato. Rientra in questo caso tipico la possibile Restaurazione dell’Impero Romano, ipotizzata autorevolmente dai Padri della Chiesa, dagli studiosi di esegesi biblica e anche da certa letteratura apocalittica, e qui fatta coincidere dall’Autore, con particolare riferimento ai capitoli 13 e 17 dell’Apocalisse, con gli Stati Uniti d’Europa, e del suo corrispettivo Imperatore-Presidente, ovvero: l’Anticristo! L’allargamento dell’Unione Europea, o meglio, il processo di “europeizzazione” dell’intera area continentale, è ormai realtà storica; esso è irreversibile nonostante gli incidenti di percorso che potranno ancora ostacolare/ritardarne la realizzazione. Il rischio che l’Europa, affidandosi a “un sentimento religioso vago e poco impegnativo”, possa diventare “agnosticismo e ateismo pratico”, è ormai reale perché nel nuovo ordinamento europeo non ha trovato accoglimento il riferimento alle radici cristiane che hanno segnato la storia europea. Il mancato riferimento, nel preambolo del nuovo Trattato Costituzionale Europeo, alle radici giudeo-cristiane, predispone pericolosamente, per le sorti della democrazia che ne conseguono, l’affermarsi di un’“antropologia senza Dio e senza Cristo”. Secondo Giovanni Paolo II “La cultura europea dà l’impressione di una “apostasia silenziosa” da parte dell’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse. In tale orizzonte, prendono corpo i tentativi […] di presentare la cultura europea a prescindere dall’apporto del cristianesimo che ha segnato il suo sviluppo storico e la sua diffusione universale […] I segni del venir meno della speranza talvolta si manifestano attraverso forme preoccupanti di ciò che si può chiamare una “cultura di morte”. E ancora, così sentenzia il Papa: “Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia”. Anche Benedetto XVI, al Conclave del 2005, in tema, ebbe a esclamare: “La minaccia del giudizio divino, all’origine della distruzione di Gerusalemme, riguarda anche noi, la Chiesa in Europa e l’occidente in generale”. Parafrasando le dure invettive di Gesù contro Corazin, Betsaida e Cafarnao, città modello di empietà, ma anche contro Gerusalemme, per il rifiuto del Vangelo (Mt 11,21; Lc 19,41), osiamo dire: “E tu, Europa, quo vadis? Europa, Europa! Se non ti converti ‘sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!’. E voi, cristiani disuniti, vi supplichiamo: ‘Lasciatevi riconciliare con Dio!’ (2Cor 5,20) e tra di voi. Solo così potrete sconfiggere l’Anticristo che opera dentro e fuori di voi!”.