Il rosario di Nagasaki

Ammalato e costretto a letto a causa della leucemia, il dottor Takashi Nagai, “il Santo di Urakami”, rievoca i momenti intimi della sua famiglia, la guerra, le difficoltà e la nascita dei figli. Soprattutto, ricorda quel giorno dell'agosto 1945 quando la cattedrale e il quartiere cattolico di Nagasaki furono ridotti a cumuli di macerie dall'esplosione della bomba atomica. Per Nagai la tragedia significò la morte della moglie, accanto alla quale fu trovato fuso un pezzo della corona del rosario. Ed è proprio il rosario una delle armi da usare “in ogni luogo, in tutti i tempi, in tutte le necessità” per aprirsi al perdono e non permettere all'odio e alla vendetta di prendere possesso della propria vita.

L'Autore:
Takashi Paolo Nagai (1908-1951), medico giapponese specializzato in radiologia, nato scintoista, divenne seguace del materialismo scientista e positivista prima di convertirsi al cattolicesimo. Dal 1937 al 1940 fu mandato in Cina come medico militare, poi ritornò in patria per riprendere il suo lavoro di radiologo. Autodiagnosticatosi una leucemia causata dalle radiazioni, perse la moglie nell’esplosione della bomba atomica di Nagasaki e rimase con i due figli. Fu sostenitore della pace e autore di libri in cui descrisse gli effetti delle esplosioni nucleari e l’annientamento morale di un Giappone che aveva dovuto dichiararsi vinto. Fede & Cultura ha pubblicato I figli di Nagasaki (2019).

 

Recensioni:

Quelle bombe sul Giappone tra disastri e grazie, di Rino Cammilleri, La Nuova Bussola Quotidiana, 6 agosto 2020