Recensione: La Dottrina politica cattolica in domande e risposte

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Pubblicato su Osservatorio Van Thuan, 12 maggio 2023.

- a cura di Giuseppe Tires

Il nuovo libro di Stefano Fontana – “La Dottrina politica cattolica”, Fede & Cultura, Verona 2023, pp. 258, euro 16,00 – si fa subito notare per due evidenti caratteristiche: la sistematicità e il metodo espositivo per domande e risposte. Si tratta di un manuale che espone passo dopo passo l’intero quadro della Dottrina sociale e politica cattolica in tutti i suoi fondamenti e ambiti, dalla politica all’economia, dalla società alla famiglia, dal lavoro alla comunità internazionale. Qui vediamo appunto la sistematicità. Poi c’è il particolare metodo espositivo: gli argomenti vengono esposti tramite brevi domande e brevi risposte, il che ha obbligato l’autore – e obbliga ora il lettore – ad andare al cuore dei problemi. In totale si tratta di 741 domande e relative risposte. Il vasto contenuto viene parcellizzato in piccole dosi, facili da capire e da collegare l’una all’altra. In termine tecnico si chiama “brachilogia” ed era stata adoperata da Socrate, ma l’autore dice di essersi ispirato al Catechismo di San Pio X.

Quando Giovanni Paolo II espresse il desiderio che fosse redatto e pubblicato quello che poi divenne il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, usò la parola Catechismo. Egli voleva un Catechismo della Dottrina sociale della Chiesa da pubblicare nel passaggio del millennio. Fontana ricorda di aver pensato allora che Giovanni Paolo II avesse in mente proprio un Catechismo sociale in semplici domande e risposte. Non ne ha le prove, ma ebbe questa intuizione e ora, a distanza di tempo, ha voluto dare corso a quella suggestione, adoperando proprio quel metodo, anche senza usare nel titolo la parola Catechismo.

Sempre parlando del titolo, si nota che non c’è l’espressione “Dottrina sociale della Chiesa”, sostituita con “Dottrina politica cattolica”. Il motivo c’è. La prima delle due espressioni si riferisce ai documenti del magistero sociale dei Pontefici. Fontana nel suo libro fa certamente riferimento al magistero, tanto è vero che ogni micro-risposta è corredata dei riferimenti ai documenti, però si rifà anche alla filosofia e alla teologia politiche classiche e cattoliche, ossia alla Dottrina sociale come “disciplina” e non solo come insegnamento petrino, e questo è meglio espresso con la seconda delle espressioni viste sopra: Dottrina politica cattolica. Perché – ci si può anche chiedere – Dottrina politica e non sociale? Perché oggi si tende a ritenere che la religione cattolica si debba sì muovere nella società, soprattutto come agenzia di animazione etica, ma si nega che abbia un ruolo pubblico politico. A negarlo sono ormai molto spesso gli stessi i cattolici e in particolare gli ecclesiastici, senza parlare dei teologi di nuova generazione. Era quindi necessario parlare di politica e non solo di società

Tornando all’impianto sistematico del libro, si rimane colpiti da alcune scelte. Nella sezione sui “Fondamenti della Dottrina sociale cattolica” ci si sarebbe aspettato di trovare al primo posto la persona umana oppure la solidarietà. Invece troviamo “La centralità di Dio nella vita pubblica”, e la persona umana arriva solo al quarto posto, dopo il bene comune e la priorità dei doveri sui diritti. La solidarietà addirittura non appare, dato che per l’autore, stabiliti questi pilastri e aggiuntavi la sussidiarietà, anche la solidarietà viene garantita. Oggi i manuali di teologia morale cominciano dall’uomo, Fontana comincia da Dio e già questo qualifica in modo chiaro l’impostazione del libro, piuttosto critico nei confronti del personalismo cattolico e delle svolte antropologiche.

Rimanendo sempre nell’ambito della struttura del libro, può essere utile notare un’altra scelta significativa a proposito del campo ecumenico e del dialogo interreligioso. L’autore ne tratta nella prima sezione del libro sotto il titolo “La religione e le religioni”, sostenendo che la Dottrina politica cattolica fa una proposta dal punto di vista della religio vera e non di una religiosità generica. Rispetto al protestantesimo, l’autore non teme di riconoscere una incompatibilità di fondo con il cattolicesimo a proposito di visione sociale e politica. Il libro, quindi, non aderisce alle recenti proposte di una convergenza universalista di tutte le religioni fondata sui buoni comportamenti eticheggianti.

Riprendendo, infine, le micro-domande e le micro-risposte, va osservato che questa tecnica espositiva ha anche il merito di toccare nervi scoperti, di non addolcire le verità nei giri di parole, di andare all’osso magari urticando. I dogmi della Chiesa hanno un valore pubblico?, La “svolta antropologica” va d’accordo con la Dottrina sociale cattolica?, C’è qualche relazione tra matrimonio e unione omosessuale?, La democrazia in senso moderno nasce già totalitaria?, È possibile superare la politica dei partiti?, La pluralità delle religioni è voluta da Dio? Ecco alcune delle 741 domande che preludono a risposte piuttosto caustiche.


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