La crocifissione
Frutto del Mistero : L’amore di Gesù per noi
Questoprimo sabato di novembre è il giorno di Ognissanti . Il primo santo è Dysmas, il Buon Ladrone, canonizzato sulla croce da Nostro Signore stesso. Oggi mediteremo sul quinto mistero doloroso, la Crocifissione. Come possiamo comprendere questo mistero insondabile, in cui l’amore infinito di Gesù si mescola a tanta sofferenza? Abbiamo bisogno di una guida e Cristo stesso ce la fornirà. Sulla Sua Croce, in mezzo a tre ore di agonizzante silenzio, Egli pronunciò solo sette parole. Le prime tre esprimono il Suo amore per noi, le due successive le Sue sofferenze e le ultime due la Sua resa alla volontà del Padre. Come il Padre Nostro, che comprende sette preghiere, queste sette parole di Cristo sulla Croce sono uno splendido insegnamento che riassume la Sua missione di redentore.

1/ “Padre mio, perdona loro, perché non sanno quello che fanno! (Lc 23, 34)”.
Dopo averci insegnato il perdono nel Padre Nostro, Gesù stesso lo mette in pratica e ci dà un esempio sublime. Immergiamoci in questo perdono della Croce. Egli è in agonia, soffre in modo atroce, insultato, umiliato, paralizzato dai chiodi nella carne, coronato di spine. Allo stesso tempo, vede il Cuore di sua Madre trafitto dal dolore. E di fronte a questo, non esprime alcun risentimento. Le sue prime parole sono di perdono… un esempio magistrale per noi. Quindi, ogni volta che abbiamo difficoltà a perdonare, torniamo a quella Croce e facciamo nostre le parole del nostro divino Maestro.
2/ “In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso (Lc 23, 43)”.
La storia del Buon Ladrone è una dimostrazione di questo perdono. È anche un insegnamento che ci mostra le condizioni per ottenere questo perdono. Contrariamente a un errore spesso sentito, la misericordia di Dio non è automatica. Altrimenti, l’Inferno – che la Beata Vergine ha mostrato ai bambini di Fatima – non esisterebbe e tutti andremmo in Paradiso. Dio vuole offrire la sua Misericordia a tutti gli uomini, sì, ma ottenerla dipende da noi. Per essere perdonati, dobbiamo, come il Buon Ladrone, pentirci sinceramente delle nostre colpe. Sant’Alfonso de Liguori riassume il suo atteggiamento: “Credette , si pentìproclamò, amò… “. Il cattivo ladrone, invece, non si pentì delle sue colpe e Gesù non poté fare nulla di fronte a questo libero rifiuto. Ma il pentimento sincero e la fede del buon ladrone porteranno in cambio un’inondazione di Amore dal Cuore di Gesù. Vediamo quanto rapidamente Cristo gli concede la Sua Misericordia dal momento in cui si pente! Dysmas, il brigante, fu immediatamente canonizzato da Dio stesso! Che speranza c’è per noi, poveri peccatori, se seguiamo l’esempio di San Dysmas e chiediamo perdono a Gesù con la stessa semplicità e sincerità!
3/ “Donna, guarda tuo figlio. Figlio, guarda tua madre (Gv 19, 26-27)”.
Il terzo atto dell’amore di Cristo richiederà un altro “Fiat” da parte della Santa Vergine. Per capirlo meglio, ascoltiamo San Bernardo “Questi due grandi Martiri, Gesù e Maria, hanno sofferto in silenzio: l’eccesso di dolore che li opprimeva li privava della capacità di parlare. La Madre guardava suo Figlio che agonizzava sulla croce, il Figlio guardava sua Madre che agonizzava ai piedi della croce e moriva di compassione per i dolori che stava sopportando”. E improvvisamente, mentre il cuore di Maria è totalmente pieno di dolore e di amore per il suo unico Figlio, Gesù le chiede improvvisamente di fare spazio in quel cuore trafitto, per diventare anche la Madre degli uomini – uomini che in parte stanno uccidendo suo Figlio! Come ha fatto a non offendersi per queste parole? Come, nel suo dolore inesprimibile, non ha almeno sussurrato a Gesù che aveva un solo Figlio? Niente di tutto questo. Come all’Annunciazione, seguì la volontà di Dio in totale obbedienza e ci accolse nel suo mirabile Cuore da quel momento in poi. Quanto a Gesù, che abnegazione! Ci dona la persona che ama di più dopo Suo Padre e lo Spirito Santo: Sua Madre. Per donarla a noi, che siamo così indegni di lei e che la facciamo soffrire così tanto. L’insondabile mistero dell’amore di Gesù.
4/ “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mt 27, 46)”.
Dopo il Suo amore per noi, Gesù esprime due volte il Suo dolore. A prima vista, questa quarta parola sulla croce sembra strana, provenendo da Colui che è Dio. Questo crudele abbandono, che Gli strappa questo grido, è in realtà necessario per la giustizia divina. Gesù stesso ha dovuto sopportare l’amarezza dell’abbandono per espiare l’abbandono di Dio da parte dell’uomo. Anche oggi, non Lo abbandoniamo forse così spesso? Con i nostri peccati, ma anche passando giorni senza pregare, senza pensare a Lui, senza andare a trovarLo nel tabernacolo… Con la Sua quarta parola sulla Croce, Gesù vuole anche mostrarci quanto ha sofferto come uomo. ha spiegato Sant’Alfonso de Liguori. Nella sua Passione, Gesù l’Uomo non ha beneficiato dell’assistenza di Gesù Dio.
5/ “Ho sete! (Gv 19:28)”
Gesù sta esprimendo qui un’estrema sete fisica dovuta alla perdita di tutto il suo sangue e alla prova della crocifissione, che è nota per causare questo tormento. Ma Lui ha subito tante altre sofferenze: i chiodi, la corona di spine, la pelle strappata… Perché ha scelto di esprimere questa? Perché al di là dell’aspetto fisico, questa parola esprime una profonda realtà mistica che è simile alla sofferenza dell’abbandono: Gesù grida per amore dell’umanità. Questa parola preannuncia le apparizioni di Paray-Le-Monial, dove Nostro Signore istituirà la devozione del Sacro Cuore per mostrarci il suo Amore infinito attraverso il suo Cuore di carne, mentre ci confida la sua tristezza per non avere altro che ‘ingratitudine’ in cambio. Questa sete del nostro amore per Lui è sempre presente. Gesù è con noi sulla terra fino alla fine del mondo. Ad ogni Messa, durante la consacrazione, rinnova il Suo sacrificio sulla croce – in modo reale ma non cruento. Ogni volta, esprime la sua sete di amore in modo reale. Di fronte a questo, cosa facciamo? Lo amiamo veramente nel profondo del nostro cuore, oppure gli diamo aceto con la nostra indifferenza o irriverenza? Quindi, in ogni Messa – e soprattutto durante la Comunione – chiudiamo gli occhi e ascoltiamo Gesù crocifisso che ci dice: “Ho sete del tuo amore”. La nostra comunione non sarà più la stessa e i nostri cuori saranno trasformati.
6/ “Tutto è compiuto! (Gv 19, 30)”.
Questa sesta parola di Gesù è preannunciata nel miracolo di Cana. I servi versarono l’acqua nelle giare fino all’orlo, un segno di totale obbedienza alla richiesta di Cristo. Questa obbedienza portò al primo miracolo della vita pubblica di Gesù. Con queste parole sulla Croce, Gesù annunciò che anche Lui aveva completato la Sua opera fino alla fine. Ha fatto la volontà di Suo Padre in totale perfezione, fino alla morte di croce. Proprio come l’obbedienza dei servi rese possibile il miracolo di Cana, l’obbedienza di Gesù rende possibile questo grande miracolo della Redenzione. Come l’acqua si trasforma in vino, l’uomo separato da Dio si trasforma in un figlio di Dio.
7/ “Padre mio, nelle tue mani affido l’anima mia” (Lc 23:46)
Gesù sta per sperimentare la prova finale di ogni essere umano: la morte. Ma Lui non soffre questa morte, perché non ha mai peccato ed è più potente di essa. Queste parole dimostrano che Lui è il padrone della vita. Avrebbe dovuto morire molto prima della Croce, perché le torture che ha sopportato erano sufficienti per uccidere un uomo comune. Ma è Lui che sceglie la sua ora. Pronunciando questo grido finale, Gesù affida al Padre non solo la sua anima, ma anche la nostra. La sublime carità del nostro Maestro e Signore. Sant’Atanasio spiega che“Gesù Cristo, nel raccomandare se stesso al Padre, ha raccomandato a Lui anche tutti i fedeli, che dovevano ricevere la salvezza eterna attraverso di Lui, perché il capo e le membra formano un solo corpo”. Dovremo pronunciare queste ultime parole di Gesù Crocifisso alla fine della nostra vita. Immaginate: tra un minuto moriremo. È tutto finito quaggiù e stiamo per lasciare questo mondo. Chiudiamo gli occhi e diciamo: Padre, nelle tue mani affido la mia anima. Poi, inevitabilmente, sorgerà la domanda: ma qual è lo stato dell’anima che sto per consegnare al Padre? In questo momento finale, Satana cercherà di farci credere, come ha fatto con Giuda, che il perdono di Dio è impossibile. Ed è allora che dobbiamo seguire l’esempio del Buon Ladrone: riconoscere umilmente i nostri peccati, chiedere perdono a Gesù e affidarci alla Sua infinita Misericordia.
Autore : Alleanza “1ers samedis du mois