ETWN,
Almudena Martínez-Bordiú
01.07.25
Un romanzo scritto più di un secolo fa che ha colpito il cuore e la mente di tre Pontefici: Il padrone del mondo, opera visionaria di Robert Hugh Benson, è stato più volte raccomandato da Benedetto XVI, Francesco e papa Leone XIV. Un’opera che parla con forza all’uomo contemporaneo, denunciando i rischi di una società che rinnega Dio e abbraccia un falso progresso.
Una distopia che prevede l’assenza di Dio
Pubblicato nel 1907, Il padrone del mondo è un romanzo apocalittico che immagina un futuro in cui la fede cristiana è stata soppressa da un potere globale apparentemente pacifico, ma in realtà oppressivo. L’autore, Robert Hugh Benson, già pastore anglicano convertitosi al cattolicesimo e ordinato sacerdote nel 1904, descrive un mondo dominato da materialismo, relativismo e controllo statale.
Nel romanzo, ideologie opposte come capitalismo e socialismo si fondono in una nuova visione del mondo che elimina ogni differenza, sotto la guida di un leader carismatico — figura dell’Anticristo — che propone valori distruttivi mascherati da progresso e pace universale.
Ratzinger: “Un’opera che fa riflettere”
Il cardinale Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI, citò Il padrone del mondo durante una conferenza all’Università Cattolica di Milano nel febbraio 1992. Il futuro Papa lo definì un libro che “dà molto su cui riflettere”, evidenziando la sua capacità di suscitare interrogativi profondi sul destino dell’umanità senza Dio.
Papa Francesco: “Un romanzo profetico”
Durante il suo viaggio apostolico a Budapest, nell’aprile 2023, papa Francesco ha parlato apertamente di Il padrone del mondo come di una delle sue letture preferite, definendolo “profetico”. In un discorso rivolto al mondo accademico e culturale ungherese, il Pontefice ha spiegato che il libro mostra come la complessità tecnologica non coincida con la vera grandezza, e come dietro l’esteriorità si possa nascondere una pericolosa insidiosità.
Secondo Francesco, il romanzo descrive un futuro in cui tutto è uniformato in nome del progresso, annientando le differenze culturali, linguistiche e religiose. L’umanità, gestita dalle macchine, diventa passiva, spenta. In questo contesto, pratiche come l’eutanasia sembrano scontate, e l’eliminazione delle lingue nazionali è vista come necessaria per una falsa pace universale.
Il Papa ha sottolineato come questa pace si trasformi in una forma di oppressione basata sull’imposizione del consenso, fino al punto che uno dei protagonisti del libro afferma che il mondo è “in balìa di una vitalità perversa, che corrompe e confonde tutto”.
Non è la prima volta che Francesco raccomanda la lettura di questo libro: anche nel 2015, di ritorno dal suo viaggio apostolico a Manila, lo aveva indicato come opera da leggere per comprendere i rischi dell’ideologia e della perdita della fede.
Papa Leone XIV: “Un monito sulla perdita della fede”
Anche papa Leone XIV — eletto l’8 maggio 2025 — ha raccomandato la lettura de Il padrone del mondo quando era ancora cardinale. In un’intervista rilasciata agli agostiniani di Roma, spiegò che il libro mostra “cosa potrebbe accadere al mondo se perdiamo la fede”.
Secondo lui, l’opera di Benson contiene passaggi molto significativi per comprendere le sfide del nostro tempo, in particolare sull’importanza di vivere la fede in modo autentico e di riscoprire la nostra umanità in relazione con Dio. Il futuro pontefice ricordò che anche Benedetto XVI e Francesco avevano più volte citato questo libro come strumento di riflessione spirituale e culturale.
Un classico per i tempi moderni
A più di un secolo dalla sua pubblicazione, Il padrone del mondo continua a offrire uno sguardo lucido — e inquietante — su un futuro possibile, dominato da un falso umanesimo e privo di radici religiose. Il fatto che tre Pontefici lo abbiano raccomandato in contesti diversi ne conferma l’importanza e l’attualità: è un invito alla vigilanza, alla preghiera e alla riscoperta del Vangelo in un mondo che tenta di fare a meno di Dio.