A differenza dei suoi "colleghi" Radagast e Saruman, che si perdono per il troppo amore dimostrato nei confronti della natura e del potere, Gandalf dimostra un approccio nettamente diverso e subordinato al mandato ricevuto direttamente dai Valar (e inserito nel piano della creazione di Eru). Così, ogni sua azione si configura come un aiuto umile e sollecito in favore dei popoli liberi della Terra di Mezzo e delle creature non umane, soprattutto di chi non si può difendere.
Nella raccolta di saggi “Il bello del brutto”, quali interrogativi sono sollevati da Chesterton? In che cosa consiste questa “difesa dell’indifendibile”? Ne parliamo insieme a Fabio Trevisan!
Voldemort, il Signore Oscuro della saga di Harry Potter, teme la morte e la ritiene il peggiore di tutti i mali: è quindi disposto a tutto, anche a frantumare la propria anima, legandola a degli oggetti, gli Horcrux, in maniera molto simile a quello che fa Sauron con l'Unico Anello. Harry invece sarà in grado di padroneggiare la morte, divenendo in pieno quell'"uomo di enorme coraggio" invocato da Silente, e sarà pertanto in grado di scegliere, farsi carico delle conseguenze delle proprie decisioni e arrivare alla maturità.
Il "Lai di Leithian", che racconta la storia di Beren e Lúthien in forma poetica, presenta un titolo enigmatico, che significa "liberazione dalla schiavitù". Qual è questa schiavitù a cui si accenna? In tutta la vicenda sono presenti molte situazioni di schiavitù o prigionia, due delle quali riguardano Lúthien, a suo modo vittima del patriarcato. Ma Lúthien salva Beren e compie ben due viaggi inferici, il cui esito è, secondo Verlyn Flieger, la nascita di una nuova razza, quella dei Mezzelfi, che possono scegliere che destino abbracciare e liberare così gli elfi dall'immortalità dei cicli del mondo.
Il male presentato da J.K. Rowling nella saga di Harry Potter è quello assoluto rappresentato dall'ideologia razzista dei nazisti: Voldemort e i suoi Mangiamorte vogliono un mondo depurato da chi deturpa la razza dei maghi dal sangue puro. Ed è questo a rappresentare una delle principali differenze rispetto all'opera di Tolkien, che prende dal nazismo alcuni elementi ma non giunge mai a identificare un male assoluto: come spiega Gandalf, il male assumerà nuove forme e nuove facce, e spetta a ognuno fronteggiarlo.