Nonostante non abbia le ali e non raggiunga le dimensioni di Ancalagon il Nero, Glaurung è forse il drago più malvagio mai creato da Tolkien: lo vediamo agire nelle battaglie del Beleriand come corruttore della purezza e personificazione della malizia di Morgoth. Nel caso di Túrin Turambar e della storia narrata ne "I Figli di Húrin" il drago assume addirittura il ruolo di nemesi dell'eroe e di realizzazione della maledizione che ha colpito la sua casa: Glaurung infatti funge da moltiplicatore dell'orgoglio del protagonista, che per colpa sua sbaglia ogni decisione e provoca gravi ripercussioni su tutti quelli che gli stanno intorno.
Il tema della reincarnazione degli Elfi è sempre presente nel legendarium tolkieniano e, più che presentare analogie con la risurrezione in senso cattolico (ci sono delle differenze in questo senso), serve per riflettere sulla dicotomia morte/immortalità e trovare un meccanismo coerente e credibile all'interno del Mondo Secondario sub-creato dall'autore.
Dopo "Leggiamo insieme Il Signore degli Anelli" e "Leggiamo insieme Lo Hobbit" mi sono messo a scrivere un nuovo libro su Tolkien (anche se non sul "Silmarillion"): al centro ci sarà la nuova traduzione di Ottavio Fatica, lo stile letterario, la filologia e la concezione del linguaggio come origine del mito, il rapporto tra Mondo Primario e Mondo Secondario, le fonti e la riscrittura creativa, il ragionamento sul potere e problemi irrisolti come quello degli orchi.
La caduta di Númenor, principalmente narrata nell'Akallabêth, è uno degli eventi fondamentali della Seconda Era: l'isola a forma di stella donata dai Valar come premio agli Edain non riesce a evitare che gli Uomini comincino a mormorare contro gli stessi Valar e a invidiare l'immortalità degli Elfi. La corruzione e la caduta avvengono di pari passo all'accrescimento della loro gloria e del loro potere, e su questo terreno fertile interviene Sauron, capace di giocare un ruolo fondamentale nel passo decisivo che porta Númenor alla rovina.
A partire dal saggio di Tolkien Sulle fiabe, Paolo Nardi ricostruisce un'interessante analisi dell'impalcatura di tutto quello che il grande scrittore inglese chiama "mondo secondario", cioè il mondo dell'immaginazione, capace di dare vita a scenari, personaggi e vicende complesse, e di come questa "teoria della fiaba" abbia influenzato i capolavori de Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion.