A partire dal saggio di Tolkien Sulle fiabe, Paolo Nardi ricostruisce un'interessante analisi dell'impalcatura di tutto quello che il grande scrittore inglese chiama "mondo secondario", cioè il mondo dell'immaginazione, capace di dare vita a scenari, personaggi e vicende complesse, e di come questa "teoria della fiaba" abbia influenzato i capolavori de Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion.
Spesso si accusa il figlio di Tolkien, Christopher, di aver modificato le opere incompiute del padre tradendole e modificandole a suo piacimento. Il povero Christopher ha in realtà dovuto operare delle scelte e, a parte l'eliminazione della cornice e dell'alternanza tra prosa e testo, è riuscito a realizzare una versione del "Silmarillion" coerente e in linea con le volontà paterne. Per questo dovremmo ringraziarlo e capire che J.R.R. Tolkien è un autore collettivo, di cui il figlio è parte integrante.
Qual è la natura e l'origine del potere dell'Unico Anello di Sauron? Su che cosa fa leva? Attraverso questo oggetto Tolkien compie una profondissima riflessione sul potere, la dinamica del rapporto padrone-servo e il libero arbitrio.
Nel secondo capitolo del Signore degli Anelli, Tolkien presenta tutta una serie di elementi centrali nell'economia del romanzo: la personalità di Frodo, il legame tra mondo primario della realtà e mondo secondario delle storie, la storia e le caratteristiche dell'Unico Anello, il libero arbitrio, la dialettica tra morte e immortalità, la pietà che gioca un ruolo nella storia.
È ormai certa, in seguito all'accordo tra Warner, New Line Cinema ed Embracer, la realizzazione di una serie di nuovi film basati su Tolkien, o meglio, sull'universo espanso del "Signore degli Anelli"...