Il “Piccolo dizionario della neolingua”. Ecco le parole imposte dai guardiani del pensiero autorizzato

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Tratto dalla recensione apparsa sul blog aldomariavalli.it, 4 agosto 2023. 

- a cura di Aldo Maria Valli

Per questo mese di agosto, nel quale forse avrete più tempo da dedicare alla lettura, vi consiglio il libro di Francesco Avanzini Piccolo dizionario della neolingua. Tutte le rivoluzioni nascono dal linguaggio (Fede & Cultura, 96 pagine, 14 euro). Non è escluso che le parole elencate vi faranno venire l’orticaria, ma sarà per il vostro bene.

Il dottor Avanzini è un medico, otorinolaringoiatra specializzato in foniatria. Abituato a occuparsi del suono e del linguaggio, ha le carte in regola per denunciare l’attacco alla parola che è in corso ormai da tempo e che oggi sta dando lusinghieri (dal punto di vista degli attaccanti) risultati: una parola svilita, più che mai manipolata, e di conseguenza un pensiero impoverito e deviato.

Vecchia storia. Come dice il sottotitolo, non c’è rivoluzione che non parta dal linguaggio. Ma oggi gli strumenti utilizzati hanno una potenza unica e determinano la possibilità di agire con una velocità senza precedenti.

Come scrive Silvana De Mari nella prefazione, le società tecnologicamente avanzate sono troppo forti per morire tramite assassinio. Possono morire solo per suicidio. E la manipolazione delle parole serve appunto a spingere al suicidio. In Occidente il sistema è in atto da tempo e la sua applicazione la vediamo tutti i giorni. L’ideologia woke (ah, l’inglese onnipresente!) ne costituisce l’esempio lampante.

All’inizio del suo dizionarietto (tra i best seller di Fede & Cultura) Avanzini ricorda il Manifesto del Partito comunista e quello spettro che nel 1848 si aggirava per l’Europa. Oggi, mentre ci inoltriamo nel terzo decennio degli anni Duemila, lo spettro non è più il comunismo ma la neolingua del profetico 1984 di Orwell, la lingua del nuovo Leviatano politicamente corretto, governato da controllori che, grondando tolleranza da ogni artiglio, selezionano ciò che è accettabile e ciò che non lo è, e decidono chi ha diritto di cittadinanza nel Nuovo Mondo e chi, in nome dell’inclusività e del bene comune, va tassativamente espulso.

Le dieci parole scelte da Avanzini sono, in ordine di apparizione: gender, inclusivo (divisivo), islamofobia, negazionismo, omofobia, razzismo, resilienza, sessismo, sostenibile, xenofobia. Come dicevo, passando di fiore in fiore forse vi verrà un attacco di orticaria. Ma ci vuole coraggio. Questi sono tempi così.

Il lettore è ovviamente libero di partire dalla parola che desidera. Con totale sprezzo del pericolo, io ho incominciato il viaggio dell’orrore da quella che mi procura più raccapriccio, la nuova prezzemolina, l’insopportabile resilienza, ma nulla vieta di partire dall’islamofobia, o dal sessismo o dalla xenofobia. Il risultato è garantito: un misto di furore e mestizia, di risentimento e sconforto. Alla fine della lettura vi renderete conto che il “pensiero pervasivo, ottuso e pericolosamente omologante” ha ormai colonizzato le menti. Ma meglio guardare in faccia la realtà.

La cosiddetta pandemia ha voluto dare il colpo definitivo e ora l’ideologia del Great Reset è patrimonio comune. L’azzeramento è in corso. L’ordine è rimuovere identità e appartenenze, eliminare tradizioni, appiattire tutto, religioni comprese. E ovviamente agire sulle economie. A vigilare provvede l’occhiuta psicopolizia che agisce mediante i mass media autorizzati. Ma adesso, dopo i mesi della Grande Paura, i guardiani del pensiero hanno fatto un passo avanti e sono riusciti a trasformare gli stessi sudditi in solerti poliziotti, pronti a colpire chi non si adegua. Basta usare le parole giuste.

Leggere il libro del dottor Avanzini vi aiuterà a diventare controrivoluzionari. E se, procedendo nell’esplorazione del perverso decalogo, noterete l’insorgere di inequivocabili sintomi di orticaria, niente panico. Anzi, buon segno. Significa che siete ancora vivi.


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