Può la sofferenza essere un dono del Signore? Come viverla in maniera appropriata? Ascolta il consiglio del Prof Giovanni Zenone, sulla scorta di un grande classico della spiritualità di Adolphe Tanquerey, La divinizzazione della sofferenza.Acquista ora questo testo fondamentale della teologia mistica al seguente link:👉🏻 Iscriviti sul nostro canale Telegram senza censura ➜ https://t.me/fedecultura
Partiamo da una domanda. Che cosa è la teologia? È forse una indagine razionale della Rivelazione in rapporto alla fede? In parte, e lascio che ognuno si interroghi per passare a una domanda più difficile e insidiosa in cui mi sono cimentata di recente, grazia alla lettura di un testo che vorrei consigliarvi di leggere.
Anche i nostri paesi e città umbri si presentano così. E’ merito di quella tradizione avviata da Francesco d’Assisi a Greccio, che poi è diventata anche gusto del paesaggio. Il presepe, nel suo duplice significato di "mangiatoia, greppia" e, letteralmente, di "luogo che ha davanti un recinto", non è chiuso; è aperto dai poveri (come quella famiglia di Nazareth per cui non c’era posto a Betlemme) ai pastori e ai più lontani, i sapienti Magi...
Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla (Dai «Commenti sul Diatessaron» di sant’Efrem, diacono)
San Francesco d’Assisi, famoso saggio di G. K. Chesterton recentemente ristampato dalla meritoria casa editrice Fede & Cultura (edizione a cui sono onorato di aver contribuito con una breve prefazione), è un testo acuto, singolarmente penetrante, pubblicato per la prima volta nel 1923.