Nel capitolo "Mosche e ragni" Bilbo si trova a rivestire la carica di leader della compagnia dei Nani e, soprattutto, quella di padre, in assenza di Gandalf: la sua assunzione di responsabilità è un passaggio fondamentale nel suo processo di crescita e maturazione psicologica. Allo stesso tempo, lo Hobbit diventa anche un combattente e un uccisore di mostri, dimostrando di essere compiutamente un eroe.
Fangorn è la foresta più antica della Terra di Mezzo, risalente addirittura all'inizio dei tempi. Appare come minacciosa e inquietante, e può rivelarsi fatale per i nemici degli alberi: a proteggerla sono infatti gli Ent, i pastori degli alberi, creati nientemeno che da Yavanna. Purtroppo, gli Ent sono destinati a sparire, un po' per effetto del disboscamento e della deforestazione che sembra colpire anche la Terra di Mezzo, un po' perché sono scomparse le loro controparti femminili, le Entesse.
Il fatto che i Nazgûl o Sauron non si accorgano della presenza di Sam quando indossa l'Anello al passo di Cirith Ungol sembra a molti un buco di trama. Ma le cose stanno veramente così?
Quando Merry e Pippin si rifugiano nella foresta di Fangorn sono già stati avvisati in merito alla pericolosità del luogo e hanno già vissuto un'esperienza analoga in un luogo molto simile, la Vecchia Foresta. Tuttavia, è dal loro sguardo peculiare verso la natura e gli alberi che scopriamo l'alterità di Fangorn e degli stessi Hobbit, che riusciranno a scoprire il mistero del bosco.
Parliamo ancora con Paolo Nardi di Tolkien e sul grande ruolo che le fiabe assumono all'interno della cultura cristiana, e cattolica in particolar modo.