Dal "Signore degli Anelli" emerge una concezione del male ambigua e contraddittoria: a volte il male sembra la concretizzazione di un principio autonomo, a volta assenza di bene in senso cristiano. Il male in Tolkien non è però mai assoluto ed è frutto di una perversione: piuttosto, Tolkien sottolinea la necessità di combattere il male storico, presente nel mondo ma soprattutto in noi stessi.
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Inclusività, sostenibilità, omofobia, resilienza, negazionismo: parole magiche e rituali, spesso prese in prestito da altre lingue, che caratterizzano il nostro modo di parlare e di affrontare i problemi del mondo...
Molti cattolici storcono il naso quando sentono parlare delle opere di J.R. Tolkien o della J.R. Rowling perché, a detta loro, se si parla di "magia" allora inevitabilmente si parla di "satanismo". Ma è davvero così? Cosa significa la magia nel linguaggio della narrativa di questi due grandi autori? Ne parliamo con due esperti, Paolo Nardi e Giovanni Minghetti.