A partire dal saggio di Tolkien Sulle fiabe, Paolo Nardi ricostruisce un'interessante analisi dell'impalcatura di tutto quello che il grande scrittore inglese chiama "mondo secondario", cioè il mondo dell'immaginazione, capace di dare vita a scenari, personaggi e vicende complesse, e di come questa "teoria della fiaba" abbia influenzato i capolavori de Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion.
Spesso si accusa il figlio di Tolkien, Christopher, di aver modificato le opere incompiute del padre tradendole e modificandole a suo piacimento. Il povero Christopher ha in realtà dovuto operare delle scelte e, a parte l'eliminazione della cornice e dell'alternanza tra prosa e testo, è riuscito a realizzare una versione del "Silmarillion" coerente e in linea con le volontà paterne. Per questo dovremmo ringraziarlo e capire che J.R.R. Tolkien è un autore collettivo, di cui il figlio è parte integrante.
Sta facendo scalpore e sempre più discutere la notizia di Marisa Francescangeli, maestra sospesa perché colpevole di aver fatto recitare l'Avemaria in classe. A cosa si è ridotta la scuola italiana?
Ne L'Evangelo come mi è stato rivelato, Gesù non si presenta a Maria Valtorta come un vendicatore degli oppressi secondo i nostri schemi umani. Ascolta la lettura commentata del Prof Giovanni Zenone.