Pubblicato su lanuovabq.it, 29 dicembre 2020.
a cura di Stefano Fontana
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Il libro Christus vincit (Fede & Cultura) affronta tutte le difficoltà nella Chiesa di oggi: l’islam, il dialogo interreligioso, Abu Dhabi, Il Vaticano II, la confusione dottrinale, la perdita del soprannaturale, la liturgia, il terzo segreto di Fatima, il ruolo di Pietro, Amoris laetitia, l’ecologismo e il globalismo, l’accordo Vaticano-Cina, I dubia, l’intercomunione, la pena di morte.
Un libro di riflessione vale se ha la capacità di abbracciare fino in fondo l’argomento che tratta e se produce una visione convincente, tale da contribuire ad una migliore sintesi a vantaggio non solo della tesi presentata ma della verità in quanto tale. In parole povere: se permette di conoscere di più e in maggiore profondità e se fa fare un passo in avanti nella strada della verità. Dato che il libro del vescovo Athanasius Schneider (Christus vincit. Il trionfo di Cristo sulle tenebre del nostro tempo, Fede & Cultura, Verona 2020, pp. 382) fa proprio questo, allora si deve dire che si tratta di un buon libro, il che, tradotto in gergo editoriale, significa un libro da leggere.
Nessun problema rilevante della vita della Chiesa di oggi, sullo sfondo della Chiesa di sempre, viene tralasciato. Il libro coraggiosamente affronta tutte le difficoltà, tutti i nodi, tutte le questioni aperte. E su di ognuna di esse fa una proposta chiara. L’islam, il dialogo interreligioso, Abu Dhabi, Il Vaticano II, la confusione dottrinale, la perdita del soprannaturale, la “riforma della riforma” liturgica, Il terzo segreto di Fatima, il ruolo di Pietro nella Chiesa, Amoris laetitia, l’ecologismo e il globalismo ecclesiastici, l’accordo del Vaticano con la Cina, I dubia, la nuova morale sessuale, l’intercomunione con i protestanti, la decentralizzazione dottrinale, la pena di morte… niente rimane fuori e trascurato dei grandi problemi - più interni che esterni - della Chiesa.
Un aspetto colpisce prima di tutto il lettore: la valutazione preoccupata circa il momento presente: “Un tremendo stato di confusione riguardo alla dottrina, alla morale e alla liturgia. La Chiesa ai nostri giorni è infettata dal virus di un naturalismo egoistico e di un adattamento allo spirito del mondo miscredente. Il clero in posizioni di responsabilità piega le ginocchia di fonte al mondo” (pp.185-186). Affermazioni come questa ritornano lungo tutto il libro: “Credo che in gran parte i fedeli siano ingannati dal clero ai nostri giorni” (p. 167); “l’inondazione sta raggiungendo livelli di allarme, stiamo sperimentando l’apice del disastro” (p. 164); “Oggi stiamo sperimentando la totale predominanza del modernismo nella vita della Chiesa e nelle facoltà teologiche. In qualche misura il modernismo si è infiltrato perfino nei documenti del magistero” (p. 165). È su questo quadro che il libro fa emergere la certezza di fede circa la Vittoria di Cristo.
Questa certezza non impedisce però, anzi richiede, che ognuno faccia la sua parte. L’Autore, quindi, affronta con tutta la sapienza di cui è capace i molti nodi della crisi e per molti di essi non esita ad affermare che i pontefici futuri dovranno correggere errori o ambiguità presenti nei documenti del magistero recente. I punti dei quali il vescovo Schneider si ritiene sicuro nella fede che richiedano un aggiustamento e che questo aggiustamento prima o dopo verrà fatto dal Magistero supremo riguardano soprattutto alcune affermazioni del Vaticano II e l’Esortazione Amoris laetitia.
Il Vaticano II – egli afferma – è certamente valido e ha insegnato tante cose belle che in precedenza il magistero non aveva fatto del tutto emergere. Schneider non è un negazionista del Concilio. Certo, rifiuta l’idea che ci sia stata una parentesi lunga 1700 anni da Costantino al Vaticano II, ma riconosce che “la maggioranza dei testi del Concilio Vaticano II non presenta rotture ed è in chiara continuità con la costante tradizione della Chiesa” (p. 151). Però il n. 16 di Lumen gentium, ove si dice che cattolici e musulmani “adorano con noi un Dio unico”, i nn. 2 e 4 di Dignitatis humanae, ove si insegna che il diritto alla scelta della religione si fonda sulla dignità della persona umana, molti passaggi della Nostre aetate sulle relazioni con le altre religioni sono, secondo il vescovo Schneider, da riconsiderare. Così pure alcune ambiguità, come l’incertezza di Gaudium et spes sulla priorità del fine procreativo nel matrimonio che ha condotto al canone 1055 del Codice di Diritto canonico che sarebbe, secondolui, da riscrivere, oppure l’ambiguità della frase “La Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica” presente in Dominus Jesus e derivante da Lumen gentium, che già ha avuto alcune precisazioni. “Forse i futuri papi potrebbero semplicemente riprendere le frasi ambigue dei testi conciliari – che grazie a Dio non sono così numerose – e dire: non è secondo la tradizione della Chiesa” (p. 223).
Anche il nuovo insegnamento sulla pena di morte, inserito da Francesco nel Catechismo, è secondo Schneider erroneo e anche in questo caso “Non c’è dubbio che un futuro successore di papa Francesco o un futuro Concilio ecumenico correggeranno questo drastico cambiamento dell’insegnamento costante della Chiesa”.
Analogo il caso del capitolo VIII dell’Esortazione Amoris laetitia che, secondo il nostro Autore, non va rifiutato “dalla prima all’ultima lettera ma solo alcune affermazioni di questo capitolo che sono effettivamente sbagliate” (p. 223).
L’ampia rassegna della situazione della Chiesa nel nostro tempo contenuta in questo libro affronta tutti gli aspetti non solo della dottrina ma anche della prassi della Chiesa di oggi: dalla papolatria ingiustificata all’eccesso di riunioni e commissioni, dall’appoggio al nuovo ordine mondiale fino al tragico accordo con la Cina.