Pubblicato su aldomariavalli.it, 12 maggio 2023.
- a cura di Stefano Fontana
Cari amici di Duc in altum, sono lieto di annunciare l’uscita del mio nuovo libro Stato di emergenza. Il pandemonio pandemico e i nuovi totalitarismi (Fede & Cultura 2023, 132 pagine, 14 euro).
Chiusure, terrore, distanziamento, passaporti vaccinali, violazione delle libertà fondamentali, misure punitive nei confronti di chi, a ragion veduta, ha contestato la narrazione dominante: la “pandemia” di Covid-19 è stata affrontata in base a una concezione tutta materialistica dell’uomo e del bene comune, senza considerare la dimensione psicofisica, mentale e spirituale della persona. Ma che cosa c’è dietro? È possibile individuare una regia? Quale visione di uomo si vuole far emergere dalle rovine delle politiche anti-Covid da parte di chi ha in mano le leve del potere e dell’informazione? Nel rispondere a queste domande il libro evidenzia l’emergere di un nuovo tipo di totalitarismo fondato sull’uso della paura e sull’imposizione di continue emergenze: un regime che mira a fare dell’uomo-massa al tempo stesso la vittima e il suo complice. Un sistema che va combattuto con opportune strategie. Soprattutto, occorre dire no a una pacificazione a buon mercato, il che comporta il dovere di ricordare.
Il libro è suddiviso nei seguenti capitoli:
Presentazione
In quel tempo
La lezione (dimenticata) di Antigone
Il potere corrompe. E occorre diffidarne
Noi e la polis parallela. Strategie di resistenza
Non nel mio nome!
A proposito di Psicologia del totalitarismo
Il curioso caso della Sinistra
Bugie Davvero Grosse
Se la morte è ormai inammissibile
Fare memoria
La via della pacificazione
Appendice: Ripartire con coraggio e fede, di monsignor Giampaolo Crepaldi
Elenco dei testi consultati
Sul libro, ecco una recensione del professor Stefano Fontana.
Aldo Maria Valli
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Aldo Maria Valli interviene con questo suo ultimo libro (Stato di emergenza. Il pandemonio pandemico e i nuovi totalitarismi, Fede & Cultura, Verona 2023, pp. 132, euro 14) sul Covid e sul dopo Covid, o meglio: sul Covid come modello di un nuovo totalitarismo che Valli ha già chiamato in altri suoi lavori “consenziente” e che vede l’incontro inedito, ma non occasionale, di capitalismo liberale e comunismo. Il potere adopera le emergenze per far accettare, e perfino per far richiedere dagli stessi cittadini il proprio controllo generalizzato sulle loro vite. Nel caso del Covid l’ambito di questo esperimento globale è stato quello sanitario attraverso i seguenti passaggi: la medicina è ormai pervasiva e viviamo in una società medicalizzata nella quale l’obbligo di dimostrare la propria salute è del cittadino; tutti i cittadini sono considerati non solo pazienti ma pazienti permanenti e il potere si attribuisce il compito di organizzare una società palliativa e preventiva; questi interventi preventivi, di cui il vaccinismo è un elemento centrale ma non unico, giungono anche a manipolare la persona realizzando forme di transumanesimo; la medicina è quindi un potere – il potere terapeutico – che assume un significato non solo sanitario ma anche direttamente politico, collegandosi con gli altri centri del potere, anche a livello globale, con i quali formare un sistema. Queste le caratteristiche del nuovo totalitarismo consenziente che Valli esamina non solo commentando il libro di Desmet Psicologia del totalitarismo (70-78), ma anche negli altri capitoli del libro.
Di questi capitoli il primo è un racconto in prima persona, la storia di una esperienza, quella di Valli stesso durante il biennio Covid. I lettori vi si riconosceranno. Vengono elencate tutte le bugie, le minacce, le ingiustizie, le paure indotte, l’isolamento dell’uomo-massa, i tentativi di imporre un “uomo nuovo”, l’impossibilità di potersi dire “guariti”, le illogicità delle misure adottate, le limitazioni della libertà personale, il tracciamento di ogni nostro movimento e quindi di ogni aspetto della nostra vita quotidiana, le delazioni… Valli si sofferma anche sugli atteggiamenti assunti dalla Chiesa, che ha chiuso le chiese e i santuari mariani e ha istituito controlli polizieschi all’accesso alle celebrazioni liturgiche. Una Chiesa che ha messo da parte la salvezza per lasciare spazio alla salute, perdipiù presunta e interessata.
Questa ricostruzione di Valli, puntuale e utile, è solo il punto di partenza perché il libro poi amplia lo sguardo: è solo sollevandosi rispetto all’oggetto che possiamo vederlo in tutte le sue dimensioni. E l’esperimento Covid di dimensioni ne ha tante, ben oltre l’ambito strettamente sanitario. Egli parla quindi lella libertà morale secondo Antigone (41-45); del potere e del dovere di resistenza nei suoi confronti (46-56); parla del curioso caso dell’evoluzione della Sinistra diventata antilibertaria nel biennio Covid (79-83); la nuova cultura della morte vissuta come “oltraggio” inammissibile (92-99) e così via. Gli autori di Valli sono Sofocle, Lewis, Jünger, Weil, Havel e Benda, Schmitt, Orwell…
I nomi di Havel e Schmitt ci danno lo spunto per due osservazioni sul libro. Un suo capitolo è intitolato “Noi e la polis parallela. Strategie di resistenza” (57-64). Il tema viene affrontato analizzando le opere dei due famosi protagonisti di Charta 77, il movimento che a Praga si opponeva al comunismo. Il discorso però può essere ampliato ad altri ambiti e settori, diventando così di viva attualità. Il volto totalitario del “pandemonio pandemico” è presente sistemicamente in altri luoghi sociali. Molti Stati stanno vietando la scuola parentale, pressioni inaudite si fanno sentire per abolire l’obiezione di coscienza dei medici davanti all’aborto, i potentati che hanno in mano i social esercitano forti censure, la politica nazionale e sovranazionale è in mano a corporazioni, gli ordini professionali eseguono le disposizioni del potere, in molti campi relativi alla vita e alla procreazione non esiste più libertà di parola, la legislazione delle corti internazionali è condizionata pesantemente dalle pressioni lobbistiche, le agenzie internazionali impongono una ideologia globalista a senso unico, il positivismo giuridico ha ormai sostituito completamente ogni forma di giusnaturalismo, la retorica costituzionalista impone forme inaccettabili di “patriottismo”, la finanza artificiale stritola l’economia reale, la Chiesa ufficiale sembra remare secondo dove porta il vento dell’ordine costituito e demolisce al proprio interno le resistenze dottrinali. La promozione di forme di polis parallela oltre il solo ambito sanitario, quindi, si impone da sé, dato il clima sistemico che ci soffoca.
Il nome di Carl Schmitt ci induce poi ad un’altra osservazione. Giustamente Valli ricorda la sua visione del potere nello stato di eccezione. Andrebbe anche ricordato che Schmitt ha sostenuto che tutte le forme politiche della modernità sono forme teologiche secolarizzate. Il punto è di fondamentale importanza, perché induce a valutare il nuovo totalitarismo come un fatto “teologico” o, se vogliamo, pseudo-religioso: come una religione dell’irreligione. E qui i giochi si fanno veramente duri. Il termine “pandemonio” presente nel titolo credo alluda a questa confusione “diabolica” dell’attuale corso della storia che, senza una prospettiva di teologia della storia, diventa scarsamente comprensibile.
Forse è per questo che Valli ha collocato nell’Appendice del libro un testo del vescovo (da poco emerito) di Trieste Giampaolo Crepaldi dal titolo Ripartire con coraggio e fede (118-124).