Gialli italiani/ Il Trionfo della Morte del Camposanto Monumentale di Pisa all’origine di un delitto

recensioni

Pubblicato su ladestra.it, 5 ottobre 2022.

a cura di Franco Maestrelli



Nel dicembre 2016 www.destra.it si occupò di Stefano Chiappalone recensendo il suo Alle origini della bellezza (Cantagalli, Siena, 2016), un breve saggio “filosofico” che indaga sulla Via Pulchritudinis e ora il quarantenne autore trasferisce questa sua ricerca nelle pagine del suo primo romanzo giallo. Non è un caso unico che uno studioso di filosofia si dedichi alla letteratura gialla: lo studioso di filosofia tomista Ralph Mc Inerny (1929 – 2010) ha scritto le Storie di Padre Dowling, vicende poliziesche trasformate in una nota serie televisiva nonché tre romanzi gialli pubblicati nei Gialli Mondadori.

Chiappalone nato nel 1982 ad Avezzano ma trasferitosi per gli studi a Pisa dove si è laureato in Storia e Civiltà oggi vive in Brianza facendo l’editor e il traduttore, collaborando con La Nuova Bussola Quotidiana e al sito di Alleanza Cattolica dove cura la rubrica intitolata appunto Via Pulchritudinis e dedicandosi a pieno ritmo alla pittura. Pur ramingo in varie parti d’Italia per motivi di lavoro, Pisa gli è rimasta nel cuore. Un po’ perché gli anni della spensierata gioventù e della vita universitaria in cui ebbe modo di conoscere bene l’insigne storico medievale Marco Tangheroni, esercitano sempre una nostalgica attrattiva e un po’ perché la città di Pisa offre un repertorio di bellezza artistica incomparabile.

A differenza della maggior parte dei turisti calamitati dalla Torre, Chiappalone nei suoi anni di permanenza universitaria era attirato dal Camposanto Monumentale e in particolare dall’affresco del Trionfo della Morte. Recentemente restaurato e ricollocato è ormai attribuibile a Buonamico Buffalmacco, artista fiorentino attivo nella prima metà del Trecento e noto anche quale autore degli scherzi a Caladrino nel Decameron di Boccaccio, anche questo Trionfo della morte rientra nella serie di affreschi dal medesimo soggetto presenti a Clusone e Palermo successivi a quello pisano.

Dalla contemplazione del ciclo della morte che il Buffalmacco accompagna con cartigli didascalici, Chiappalone prende spunto per la sua narrazione che ha anche un morto vero, non affrescato, ma reale vittima di un misterioso delitto che sconvolge il tranquillo mondo pisano. Un giornalista, Tancredi, ritorna nella Pisa degli anni dei suoi studi universitari per scrivere un articolo sull’affresco di Buffalmacco e incontra vecchie conoscenze, il suo amato professor Lambertoni (in cui qualcun ha saputo ravvisare i tratti di un noto docente universitario pisano) la sua compagna di studi Angelica che ha curato il restauro dell’affresco e fa nuove conoscenze legate quasi tutte alla facoltà universitaria e all’affresco.

Trattandosi di un romanzo giallo non si può raccontare lo sviluppo narrativo però si può dire che la trama ci conduce tra le strade e le piazze di Pisa come una guida turistica e suona come un invito a scoprire le bellezze dell’antica repubblica marinara e cercare di saperne di più sull’affresco restaurato. In questo scenario ricco di bellezza si muovono i diversi protagonisti, compreso il pacifico vicequestore Renai che si trova alle prese con un delitto a prima vista insolubile, un’affascinante giovane libraia, un turbolento giovane che porta il nome di Ranieri come il patrono di Pisa, alcuni docenti universitari in competizione e un misterioso clochard dall’oscuro passato che dispensa al protagonista Tancredi pillole di saggezza.

Anche se ci troviamo in presenza di un romanzo giallo la vicenda è narrata senza indulgere alla violenza o al macabro che oggi riempiono le pagine della letteratura gialla per attirare il voyeurismo del lettore e di questo occorre ringraziare l’autore che attraverso la narrativa desidera inviare comunque un messaggio positivo di speranza. Un gioco di rimandi tra l’affresco del Camposanto e le vicende dei personaggi coinvolti ma malgrado il delitto la vita continua a fiorire.

Stefano Chiappalone, Scacco matto alla morte, Fede & Cultura, Verona 2022, pagine 132, euro 14,00


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