Meditazione per sabato 1 marzo 2025

Ecco la meditazione per il primo sabato del mese di marzo 2025 nell'ambito della richiesta di questa devozione da parte della santa Vergine Maria del 1925 (siamo nel centenario!).

Il mese di marzo è il mese della festa dell’Annunciazione. Per questo motivo, il primo sabato del mese di marzo del Giubileo 2025 si svolgerà nel santuario di Loreto in Italia, luogo in cui la casa di Nazareth è stata miracolosamente trasportata. Questo primo sabato del mese è quindi l’occasione per meditare sull’Annunciazione. L’Annunciazione è il primo mistero del Rosario e non è un caso. Infatti, il Rosario è la lode all’opera della Redenzione, e questa Redenzione inizia proprio in quel preciso istante con l’annuncio dell’angelo seguito dal “sì” di Maria.

Il mistero della libertà nell’Annunciazione

Prima di soffermarci sulla scena stessa, bisogna considerare un primo aspetto sorprendente. Nell’Annunciazione, Dio non viene a imporre la Sua volontà alla Santa Vergine. Dio viene a chiederle se accetta di essere la Madre di Dio. “Ma, per aggiungere alla gloria e al merito di sua Madre, Egli [Dio] non volle diventare suo Figlio senza aver prima ottenuto il suo consenso,” ci spiega Sant’Alfonso Maria de Liguori. Che mistero insondabile vedere che Dio, onnipotente, creatore e padrone del Cielo e della Terra, decide di affidarsi alla decisione di un’umile vergine per salvare o meno il genere umano! Questo è il mistero della nostra libertà voluta da Dio.

Questa libertà non ha nulla a che vedere con la visione modernista che fa credere che si possa fare tutto ciò che si vuole. La vera libertà è in realtà una grande responsabilità. Ci permette di scegliere Dio o, al contrario, di allontanarci da Lui. Ci si potrebbe chiedere perché Dio ci abbia dato questa libertà. Non sarebbe stato più semplice portarci in Cielo senza darci una scelta? Si dimentica così un concetto essenziale: Dio è Amore. Poiché ci ha creati a Sua immagine, anche noi dobbiamo amare. È infatti il primo comandamento: Amerai il Signore tuo Dio con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente. Ora, l’Amore, per sua essenza, necessita della libertà. Senza libertà, l’Amore è impossibile. Per amare Dio, dobbiamo essere liberi di farlo… o meno.

Il peccato di Adamo ed Eva è il risultato del cattivo uso di questa libertà, che ha precipitato il genere umano nel caos. Per riparare a questo cattivo uso della libertà, era necessario un nuovo atto libero, che invece aderisse pienamente alla volontà di Dio. Era necessario il “sì” libero di Maria per riparare al “no” di Adamo ed Eva.

L’umiltà di Maria e la grandezza dell’Annunciazione

Entriamo ora nella casa di Nazareth. La Santa Vergine è in preghiera, come spesso accade. Ed ecco che improvvisamente l’Angelo Gabriele le appare e le rivolge il grande saluto. Osserviamo con quanta deferenza e rispetto egli si rivolge a Lei. Sebbene sia un Angelo del Cielo venuto nella sua magnificenza, si inchina e si prostra. Questo deve farci riflettere sul nostro atteggiamento nei confronti della Santa Vergine. Noi, che siamo solo esseri umani, dobbiamo evitare un’eccessiva familiarità con la nostra Regina del Cielo, come se fosse un’amica. Certo, la Santa Vergine vuole che le siamo vicini e che la amiamo come suoi figli. Ma la familiarità non è una dimostrazione d’amore.

Amare una persona significa prima di tutto cercare di conoscerla. E più conosciamo la Santa Vergine, più sentiamo rispetto, ammirazione, venerazione. E più ci sentiamo piccoli davanti a Lei. Dunque, preghiamo la nostra Madre Celeste come suoi figli, sì, ma sempre meditando il rispetto che l’Angelo Gabriele le ha mostrato.

Dopo il saluto dell’angelo, la prima reazione della Santa Vergine fu di essere turbata. Ma perché? Sant’Alfonso Maria de Liguori ci spiega che non fu la magnificenza dell’angelo a turbarla. Fu l’onore che le veniva attribuito a colpire profondamente la sua umiltà:

“Questo turbamento fu causato solo dalla sua umiltà, nel sentire lodi così contrarie all’opinione sfavorevole che aveva di sé stessa. Infatti, più sentiva l’angelo esaltarla, più si abbassava e si concentrava nell’idea del proprio nulla. (…) Si turbò, perché, essendo piena di umiltà, aborriva ogni lode personale e desiderava che solo il suo Creatore e benefattore fosse lodato e benedetto.”

L’angelo dovrà rassicurarla. Allora la Santa Vergine si riprenderà e inizierà a usare l’intelligenza che Dio le ha dato per cercare di capire, dal punto di vista naturale: come può essere umanamente possibile?

Non vi è nella sua domanda né rifiuto, né dubbio, né orgoglio, ma una ricerca legittima di comprendere la verità annunciata. Ma non appena l’Angelo le spiegherà che è la volontà dell’Onnipotente, che va oltre il piano naturale, allora la sua fede prenderà immediatamente il posto della sua intelligenza per accettare la volontà di Dio. Qui vediamo un meraviglioso esempio di equilibrio tra fede e ragione. Nella nostra vita spirituale, non dobbiamo trascurare né l’una né l’altra. Ma alla fine, è la nostra fede umile che deve esprimersi quando i limiti dell’intelligenza vengono raggiunti.

Il Fiat di Maria e la nostra risposta oggi

Ora il destino del mondo è sospeso alla sua decisione e Sant’Alfonso Maria de Liguori descrive magnificamente questo momento:

“Mia Sovrana, l’angelo attende la tua risposta, l’aspettiamo tutti noi, già condannati a morte. Ecco, o nostra Madre, il prezzo della nostra salvezza si offre a te: sarà il Verbo divino fatto uomo nel tuo grembo; se lo accetti come Figlio, saremo subito liberati dalla morte. Più il tuo Signore è innamorato della tua bellezza, più desidera il tuo consenso, attraverso il quale ha deciso di salvare il mondo. Affrettati, mia Sovrana, rispondi, non tardare oltre la salvezza del mondo, che ora dipende dal tuo consenso.”

Ed ecco che arrivano le parole più belle e più importanti della storia del mondo:

“Ecco la serva del Signore. Avvenga di me secondo la tua parola.”

La Santa Vergine compie qui un atto supremo di fede. È lo stesso atto di fede che ripeterà trentatré anni dopo, il Sabato Santo, quando non dubiterà della prossima resurrezione di suo Figlio. La sua fede ha fatto molto più che spostare le montagne: ha aperto per noi le porte del Cielo.

Più di duemila anni dopo, viviamo in un mondo che è caduto di nuovo in un orgoglio smisurato. Ma Dio non ci ha abbandonati e ci ha dato un mezzo di salvezza per il nostro tempo: la devozione al Cuore Immacolato di Maria, richiesta a Fatima.

Dio attende il nostro Fiat. Rispondiamo come Maria, con umiltà e obbedienza, affinché il suo Cuore Immacolato possa trionfare e il mondo possa finalmente conoscere un tempo di pace.


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