Riscossa Cristiana recensisce gli Atti del Convegno sul Motu Proprio "Summorum Pontificum" di S.S. Benedetto XVI

recensioni Tradizione & Liturgia

Pubblicato su Riscossa Cristiana, 2 dicembre 2013.

- a cura di Piero Vassallo

Il teologo progressista Stefan Orth ha sostenuto che, al seguito della riforma liturgica attuata nell’agitato e fumoso periodo del post concilio, “molti cattolici condividono il verdetto e la conclusione di Martin Lutero, secondo cui parlare di sacrificio della messa è il più grande e orribile orrore di una maledetta idolatria. Per questo vogliamo scartare tutto ciò che ci ricorda il sacrificio insieme all’intero canone e tenere soltanto ciò che è puro e santo”.

La non remota eventualità di una negazione della Messa cattolica, in cui si perpetua in modo incruento il sacrifico della croce, e il pericolo di una caduta della liturgia negli errori propalati dalla disgraziata riforma luterana, giustificano l’apprensione dei sacerdoti e dei laici fedeli alla tradizione e chiariscono le ragioni del movimento per la restaurazione, costituito dai fedeli che si sono sentiti incoraggiati dal Motu Proprio di Benedetto XVI Summorum Pontificum.

Il pericolo che i promotori del movimento intendono scongiurare è la desacralizzazione della Santa Messa, ossia la riduzione della Messa alla forma luterana di un semplice banchetto conviviale, celebrato e consumato dalla comunità dei fedeli festanti.

Nella introduzione al convegno sulla liturgia, svolto in Roma dal 13 al 15 maggio 2011 e presieduto dal card. Walter Brandmuller, convegno i cui atti sono pubblicati da Fede e Cultura, casa editrice in Verona, l’illustre e intrepido padre Vincenzo Nuara o.p., presidente onorario dell’associazione “Giovani e Tradizione“, rivolge infatti un grato pensiero a Benedetto XVI, pontefice sapiente e caritatevole, che “ha riconsegnato alla Chiesa Universale la secolare Liturgia latino-gregoriana, vero tesoro della Chiesa, ridonandole dignità, dopo aver ascoltato la supplica di tutti quei fedeli che la chiedevano da tempo con tanta fede, dopo anni di derisione, di battaglie e anche di persecuzione”.

Opportunamente il card. Kurt Koch rammenta la sentenza del Motu Proprio di Benedetto XVI a difesa della liturgia latino-gregoriana:“Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso“.

Dalla relazione di mons. Guido Pozzo si evince peraltro che il Motu Proprio di Benedetto XVI “ha prodotto dei frutti notevoli e che tutto lascia pensare che ne potrà produrre ancora di più in avvenire”.

Nella relazione di mons. Pozzo è notevole l’indicazione del “timore di veder costituite due chiese parallele” quale movente della resistenza al Motu Proprio animata dal clero progressista, incapace di ammettere che liturgia e dottrina sono inscindibili.

Il timore degli oppositori alla Messa tradizionale fa intravedere la causa taciuta della sorda resistenza al Motu Proprio di Benedetto XVI: la convinzione degli avventurosi teologi Chenu e Rahner, secondo i quali il Vaticano II e la riforma liturgica avrebbero abbattuto le avventizie strutture della chiesa costantiniana e restaurato una presunta “chiesa delle origini“.

L’avversione al Canone tradizionale della Santa Messa rivela la radice dell’eresia nascosta, definita da Jean Madiran: la volontà di abolire la storia del cattolicesimo, identificata nella detestata e odiata raccolta compiuta da Denzinger delle sentenze emanate dai Concili anteriori al Vaticano II e dalla legittima autorità ecclesiastica.

La redazione di Riscossa cristiana, propone pertanto l’apertura di un dibattito sulla sacra liturgia e sul futuro delle comunità cristiane che si sono incamminate sulle false e illusorie vie del luteranesimo e del modernismo. Un dibattito fra cattolici consapevoli del rischio che sta correndo la Chiesa e perciò refrattari agli accomodamenti e ai compromessi scivolosi.


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