Recensione apparsa su La Nuova Bussola Quotidiana, 24 febbraio 2024.
- a cura di Paolo Gulisano.
Avanziamo di crisi in crisi per via di pessimi modelli economici legati a modelli di vita senza freni. Insieme alla diagnosi, l'opera di John Horvat II offre la via d'uscita attraverso la famiglia, i corpi intermedi, le virtù e, più in generale, l'eredità cristiana.
Nel corso della storia degli ultimi secoli, abbiamo assistito a diverse rivoluzioni. Le più importanti non sono state quelle realizzate manu militari, come quelle comuniste o di autoritarismi di altri segni, quasi tutte fermate e col tempo riassorbite, ma quelle celebrate da un personaggio come Klaus Schwab: le rivoluzioni industriali. La prima, quella basata sull’utilizzo dell’energia del vapore, nell’Ottocento. La seconda – ancora di tipo energetico – basata sull’energia elettrica. La terza è stata quella del digitale, dei pc, di internet, avvenuta nell’ultima parte del XX secolo. Oggi Schwab ha dichiarato che siamo alla Quarta rivoluzione, quella dell’Intelligenza Artificiale. Tempo di grandi opportunità, per qualcuno, ma anche di sconvolgenti cambiamenti e di caos.
Per opporsi a questo nuovo “disordine mondiale” e trovare gli strumenti più adeguati per resistervi, giunge nelle librerie il libro Ritorno all’ordine. Da un’economia frenetica a una società cristiana organica (Fede&Cultura, Verona 2024, pp. 464). L’autore è l’americano John Horvat II, studioso, ricercatore e conferenziere. I suoi articoli sono stati editi, tra gli altri, da FOX News, The Wall Street Journal, American Thinker, The Christian Post e The Washington Times. Vive in Pennsylvania, e ricopre l'incarico di vicepresidente dell’American Society for the Defense of Tradition, Family and Property (TFP).
Nella sua analisi penetrante della società contemporanea, Horvat si concentra sulla presente crisi con grande perspicacia e chiarezza. Mostra che l'economia moderna è diventata fredda, impersonale e squilibrata. Sono scomparsi gli elementi umani di onore e fiducia essenziali per la nostra vita quotidiana.
Solo con il recupero del patrimonio culturale cristiano, della famiglia e dei corpi intermedi sarà possibile arrestare la crisi della nostra società basata sull’individualismo e sull’economia dei desideri incontrollabili.
La nostra società è dominata da quella che Horvat definisce una «intemperanza frenetica», quell’inarrestabile tendenza che si manifesta nell’economia moderna attraverso l’individualismo, l’eliminazione di ogni freno inibitore e la soddisfazione di ogni passione disordinata. In questo modo si sono creati pessimi modelli di business e politiche economiche che ci hanno condotto, di crisi in crisi, all’inverno demografico e alla non sostenibilità. Questo libro, che unisce considerazioni di ordine teologico, filosofico, giuridico e sociologico, offre l’unica soluzione possibile: la costituzione di una «società organica» e gerarchica, orientata verso il bene comune, che si sviluppi naturalmente e spontaneamente senza l’imposizione di modelli da parte di un pianificatore centrale: solo in questo modo famiglie, associazioni e corpi intermedi potranno lavorare assieme sulla base del patrimonio culturale cristiano.
Come soluzione all’allarmante crisi socio-economica, Horvat dunque propone un «ritorno all'ordine», delineando i principi di un ordine organico cristiano che risponde ad alcuni desideri che l'uomo moderno avverte nel profondo della sua anima. Una simile rappresentazione non può non far pensare alla figura del Figliol Prodigo che, abbandonata la casa paterna per la "frenetica sregolatezza" di una vita dissoluta, si rende conto della gravità del suo errore e desidera rientrare.
Nel cercare la nostra soluzione, crediamo di dover seguire un percorso simile.
Come il Figliol Prodigo, il nostro primo passo deve essere quello di renderci conto di aver sbagliato. Abbiamo seguito un percorso di rovina tra il frastuono della grande festa della frenetica intemperanza. Il nostro errore non è stato il fatto di aver goduto dell'enorme abbondanza della nostra grande terra, ma piuttosto la nostra fuga dalla temperanza.
Abbiamo cercato la velocità e l'agitazione quando avremmo dovuto deliziarci con il raccoglimento e la riflessione. Abbiamo cercato di costruire un paradiso materialista mentre la nostra natura anela al sublime. Ci siamo affidati al dominio del denaro per avere conforto e allegria, per poi essere afflitti da tristezza, stress e ansia. Gli dei del moderno pantheon secolare – individualismo, materialismo e utopismo tecnologico, tra gli altri – ci hanno deluso.
Ma all'orizzonte si profilano false soluzioni ecologiche e radicali che minacciano di portarci alla miseria. Non solo: rappresentano una rivolta contro Dio. Pertanto, la lotta va vista in questo contesto. Occorre difendere quanto rimane della civiltà cristiana.