Il primo capitolo de "Lo Hobbit" è programmatico di tutto quello che troveremo nel corso del romanzo, a cominciare dal suo protagonista, Bilbo Baggins, un bamboccione di 50 anni che non ha mai fatto niente nella vita divenendo la copoie conforme del suo padre conformista. Possiede però un germe avventuroso che gli deriva dalla madre, Belladonna Tuc, e per questo deve combattere con la parte Baggins che cerca di reprimerlo. A sconvolgere la sua vita ci pensa un mago, Gandalf, che gli piomba incasa insieme a tredici nani per coinvolgerlo in un'avventura apparentemente impossibile: recuperare il tesoro custodito nientemeno che da un drago...
Il quotidiano "Avvenire" ha pubblicato un articolo intitolato "La teologia di Tolkien contro le ideologie" di Roberto Presilla a proposito di come "Il Signore degli Anelli" sia stato troppo spesso strumentalizzato al di là delle intenzioni del suo Autore. Cosa ne penso?
Fa discutere il remake (l'ennesimo!) del classico di Walt Disney "Biancaneve e i sette nani", che questa volta però non ha i nani (e nemmeno il principe), in nome dell'inclusività e del politicamente corretto. Ma siamo sicuri che questa sia la strada giusta? Perché raccontare sempre le stesse storie?
A inizio settembre esce il mio nuovo libro, "Alla scoperta della Terra di Mezzo", una raccolta di saggi volti a esplorare il rapporto tra Mondo Primario e Mondo Secondario a partire dal saggio di Tolkien "Sulle fiabe". Un mio contributo per le celebrazioni del 50mo anniversario della morte di Tolkien.
Tolkien non ci fornisce mai una descrizione chiara ed esaustiva della Torre di Barad-dûr, fortezza di Sauron, ma ce ne fornisce sempre una sensazione "in visione": tuttavia, ne ha realizzata un'illustrazione, molto importante per capire come lui intendesse questo edificio imponente e malvagio.