A differenza dei suoi "colleghi" Radagast e Saruman, che si perdono per il troppo amore dimostrato nei confronti della natura e del potere, Gandalf dimostra un approccio nettamente diverso e subordinato al mandato ricevuto direttamente dai Valar (e inserito nel piano della creazione di Eru). Così, ogni sua azione si configura come un aiuto umile e sollecito in favore dei popoli liberi della Terra di Mezzo e delle creature non umane, soprattutto di chi non si può difendere.
Voldemort, il Signore Oscuro della saga di Harry Potter, teme la morte e la ritiene il peggiore di tutti i mali: è quindi disposto a tutto, anche a frantumare la propria anima, legandola a degli oggetti, gli Horcrux, in maniera molto simile a quello che fa Sauron con l'Unico Anello. Harry invece sarà in grado di padroneggiare la morte, divenendo in pieno quell'"uomo di enorme coraggio" invocato da Silente, e sarà pertanto in grado di scegliere, farsi carico delle conseguenze delle proprie decisioni e arrivare alla maturità.
Il "Lai di Leithian", che racconta la storia di Beren e Lúthien in forma poetica, presenta un titolo enigmatico, che significa "liberazione dalla schiavitù". Qual è questa schiavitù a cui si accenna? In tutta la vicenda sono presenti molte situazioni di schiavitù o prigionia, due delle quali riguardano Lúthien, a suo modo vittima del patriarcato. Ma Lúthien salva Beren e compie ben due viaggi inferici, il cui esito è, secondo Verlyn Flieger, la nascita di una nuova razza, quella dei Mezzelfi, che possono scegliere che destino abbracciare e liberare così gli elfi dall'immortalità dei cicli del mondo.
Il male presentato da J.K. Rowling nella saga di Harry Potter è quello assoluto rappresentato dall'ideologia razzista dei nazisti: Voldemort e i suoi Mangiamorte vogliono un mondo depurato da chi deturpa la razza dei maghi dal sangue puro. Ed è questo a rappresentare una delle principali differenze rispetto all'opera di Tolkien, che prende dal nazismo alcuni elementi ma non giunge mai a identificare un male assoluto: come spiega Gandalf, il male assumerà nuove forme e nuove facce, e spetta a ognuno fronteggiarlo.
A prima vista si potrebbe pensare che tutto l’intreccio di Harry Potter si basi sul destino in base a una profezia, come se tutti gli avvenimenti scaturiscano da un “così è stato scritto” e altre alternative non fossero possibili. In realtà J.K. Rowling dice che al centro di tutto c'è il libero arbitrio dell'individuo: solo le nostre libere scelte ci rendono ciò che siamo, eroi o vili, e solo chi è schiavo di una dittatura rinuncia a questo diritto/dovere.