Il teologo progressista Stefan Orth ha sostenuto che, al seguito della riforma liturgica attuata nell’agitato e fumoso periodo del post concilio, “molti cattolici condividono il verdetto e la conclusione di Martin Lutero, secondo cui parlare di sacrificio della messa è il più grande e orribile orrore di una maledetta idolatria...
Sono passati cinquant’anni da quando si aprì il Concilio Vaticano II, in un clima ottimistico e tranquillizzante. L’umanità sembrava avviata verso orizzonti di prosperità e di pace e la Chiesa doveva seguirla su questo cammino. Il discorso programmatico con cui, l’11 ottobre 1962, Giovanni XXIII inaugurò il Concilio, poneva alla Chiesa l’obbiettivo dell’”aggiornamento” e dell’apertura al mondo...
Nelle attuali circostanze la tentazione del pessimismo è quasi irresistibile per i fedeli, che contemplano, attoniti e sconfortati, la rivoluzione della teologia e della liturgia e la desistenza del magistero cattolico...
Il sottotitolo dell’ultimo libro di Paolo Pasqualucci, Battiamoci senza paura per la rinascita della Chiesa (Cattolici, in alto i cuori!, Fede & Cultura, pp. 215, € 16.00), andrebbe scritto a caratteri di fuoco nel cuore di ogni credente...