Pubblicato sul blog di Giovanni Cavalcoli, 19 luglio 2023.
- a cura di padre Giovanni Cavalcoli O.P.
Gaetano Masciullo, giovane promessa della filosofia cattolica italiana, ci ha lasciato recentissimamente un accurato e documentato studio sulla massoneria, La tiara e la loggia. La lotta della massoneria contro la Chiesa, per i tipi delle Edizioni Fede & Cultura di Verona, argomento notissimo, questo della massoneria, molto complesso, di non facile interpretazione, di estrema importanza ed attualità per l’influsso palese od occulto che la massoneria, società ben organizzata ed efficiente su scala mondiale ormai da tre secoli, con inflessibile determinazione, idee precise sapendo quello che vuole, pur sapendosi abilmente camuffare, esercita sulla società, la politica e la cultura di oggi, nonchè nella Chiesa stessa, con l’offrire a volte utili contributi alla civiltà e al progresso umano, ma nel contempo e più spesso tramando contro la Chiesa e mirante al predominio politico mondiale, nel suo dichiarato proposito di porsi come suprema fautrice e garante dell’umana felicità, e quindi sostituendosi al cristianesimo nella sua missione salvifica universale.
Masciullo ricorda le origini storiche della massoneria dalle confraternite medioevali di costruttori di cattedrali, «liberi muratori» aventi il lasciapassare per tutti i paesi dell’Europa cattolica, ma poi, con l’avvento del Rinascimento e del luteranesimo, infettati dal neopaganesimo e dall’eresia, contemporaneamente alla maturazione del laicato e al sorgere dei nazionalismi, progressivamente staccatisi dalla soggezione alla Chiesa cattolica, ed avendo assorbito l’antropocentrismo rinascimentale e passati nelle comunità acattoliche, essi mutarono le loro oneste finalità artigianali in ambiziose finalità umanistiche, pur mantenendo, come è noto, la simbologia degli attrezzi del lavoro, i quali adesso non significavano più l’edificazione del tempio materiale, ma dello spirito desideroso di illimitata elevazione intellettuale e morale.
Questa trasformazione istituzionale come passaggio da attività edilizia ad attività culturale-formativa, non aveva di per sé alcunché di riprovevole, anzi era del tutto comprensibile e legittima, anche perchè il sorgere di comunità non-cattoliche portò come conseguenze la diminuzione di commissioni di costruzione di chiese, mentre uno dei fenomeni positivi dell’Umanesimo fu il
diffondersi della cultura anche nelle classi popolari e il sorgere di interessi teologici e biblici anche nel laicato.
Masciullo passa in rassegna quelle che sono state le fonti ispiratrici della massoneria: l’interesse per la Kabbala, per l’alchimia, per l’ermetismo, per i misteri pagani, per il neoplatonismo e per le antiche pratiche magiche egiziane sviluppatosi prima nella Firenze del ‘400 e poi diffusosi in altri paesi europei, come la Francia, la Germania e l’Inghilterra.
Un fattore importante del sorgere della massoneria fu il forte bisogno di unità intellettuale e morale, che tanti spiriti europei avvertirono con ansietà ed angoscia, dopo lo strascico terribile di scetticismo e di odi reciproci seguìti alle sanguinose guerre di religione tra cattolici e protestanti nei secc.XVI-XVII.
Molti spiriti europei, scandalizzati per le polemiche durissime fra teologi cattolici e protestanti seguìte al Concilio di Trento, l’infierire dell’Inquisizione cattolica e protestante e lo spettacolo vergognoso delle guerre fratricide fra cristiani avvenute in quel periodo, cominciarono a dubitare che il cristianesimo potesse essere veramente luce di verità universale e fattore di pace per tutto il mondo. E nacque scetticismo circa l’idea stessa della verità, sicchè tornarono in auge gli antichi scettici greci.
Fu così che, come segnala Masciullo, agli inizi del ‘600 sorse in Germania, presto diffusasi in Francia una misteriosa associazione segreta esoterica, precorritrice della massoneria, caratterizzata da una spropositata millanteria1, come dovesse trattarsi di superuomini, la cosiddetta Fraternità dei Rosa-Croce, la quale, senza ripudiare il simbolo cristiano della croce, come specchietto per le allodole, si basava tuttavia sul concetto antinomico di verità proprio della Kabbala2 e appunto dello scetticismo greco, promettendo di assicurare con mezzi magici all’umanità prodigiosi benefici materiali e spirituali.
Cartesio e Leibniz furono ammiratori dei Rosa-Croce3 e Cartesio, come è noto, respinse come principio del filosofare il principio di identità, sostituendolo col
suo cogito, che suppone l’inaffidabilità dei sensi e quindi il principio di contraddizione. Tale principio, già adombrato dal Cusano nel ‘400 con la famosa coincidentia oppositorum e il principio luterano del sub contraria specie4, lo ritroveremo in Giordano Bruno e in Jakob Böhme, discepoli della Kabbala maestri di Hegel.
Secondo la Kabbala infatti la realtà non ha principio dall’unità ma dall’opposizione. Dio non è principio solo del bene ma anche del male, che la Kabbala chiama la «mano sinistra del Santissimo»5. Giordano Bruno assume questo principio enunciandolo in questi termini:
«il più grande non è trovare il punto di unificazione, sibbene svolgere da esso anche il suo opposto: ecco il vero e profondissimo segreto dell’arte»6.
Similmente, Jakob Böhme svolge questa tesi in questi termini:
«Una tesi presuppone l’antitesi. Nell’Uno non esiste alcuna relazione. Non può sussistere alcuna coscienza manifesta senza qualcosa di cui essere consapevoli o senza ciò che dev’essere il soggetto consapevole. Senza la natura non potrebbe esservi la libertà dalla natura; senza il positivo non potrebbe esistere il negativo, senza la base oscura del fuoco non potrebbe esistere la luce.
L’Uno non ha nulla dentro di sé da poter desiderare, né una tale unità potrebbe sentire il proprio sé. Questo è possibile solo in uno stato di dualità. L’Uno, il Sì è puro potere e la vita e la verità di Dio o Dio stesso; ma Dio sarebbe inconoscibile a Se stesso e in Lui non vi sarebbe alcuna gioia o percezione, se non fosse per la presenza del No. Quest’ultimo è l’antitesi od opposto del positivo o verità; esso fa sì che questa divenga manifesta e ciò è possibile solo perché è l’opposto in cui l’amore eterno può divenire attivo e percettibile»7.
In Fichte il principio della realtà non è l’Io assoluto, ma l’opposizione Io-non-Io8. E sappiamo come Hegel sostiene che esistono due definizioni dell’Assoluto: «L’Assoluto è l’Essere» e «l’Assoluto è il nulla»9.
Questo principio ricompare in Feuerbach: «L’unità è sterile e fecondo è soltanto il dualismo, l’opposizione, la differenza»10. Per Schelling in Dio esiste il male, benché «superato». Pareyson tenta di giustificare questa tesi cabalistica, ma come si può comprendere, non ci riesce11.
Giordano Bruno godette comprensibilmente di grande favore presso gli idealisti, i quali, come Schelling e Gentile, gli dedicarono addirittura un libro12. È noto il prestigio che Giordano Bruno ha presso la massoneria, la quale alla fine dell’’800 fece erigere in suo onore un monumento a Roma in Campo dei Fiori, nel luogo dove, ahimè, fu arso vivo13.
È da notare peraltro che la massoneria assume dalla Kabbala accanto all’idea di un Dio antinomico che vuole il male sotto pretesto della severità, un Dio buonista presente anche nel neoplatonismo del ritorno di tutte le cose all’unità originaria e quindi della totale scomparsa finale del male, come vediamo anche nella cosiddetta «apocatastasi» di Origene. I massoni si vantano quindi di proporre la visione di un Dio più buono di quello cristiano, che invece punisce eternamente i reprobi. Ma il fatto è che nella Kabbala la bontà divina non esclude la «mano sinistra», ma siccome Dio è «buono», in Dio anche il male è bene.
Lo stesso Von Balthasar, come è noto14, nega l’esistenza di dannati puniti al di fuori di Dio, ma ammette poi l’esistenza virtuale dell’inferno all’interno di Dio, cosa ben più tremenda, similmente a Schelling. Lascio al lettore giudicare quale sia il Dio più buono, se quello di Von Balthasar o quello insegnato dalla fede cattolica.
La massoneria è sorta dalla Fraternità dei Rosa-Croce
I Rosa-Croce partivano da un principio cabalistico, per il quale non è impossibile, ma possibile ed anzi necessario e divino che l’ente sia e non sia simultaneamente. Dio stesso è principio sia del bene che del male. Dio contraddice a se stesso per poi conciliarsi con se stesso. Abbiamo già qui il principio della dialettica hegeliana, che pertanto è da considerarsi cabalistica attraverso la mediazione di Cartesio e di Böhme.
Occorre però distinguere il contradditorio dall’atto malvagio, il contraddirsi dal contraddire. Mentre il contradditorio è impossibile, come aveva già dimostrato Aristotele, il male è possibile, ed anzi esiste realmente. Che rapporto c’è fra il contraddirsi e il contraddire? Fra il disobbedire a Dio e il disobbedire alla verità? Fra l’assurdo e lo scetticismo? Il servire a due padroni ovvero la doppiezza nasce dal contraddire e il contraddire comporta il contraddirsi, anche se il contraddirsi è possibile, ma non è possibile un ente contradditorio in forza del principio di identità, illustrato da Aristotele, principio primo dell’essere e del pensiero.
Ebbene, il cabalista, come Protagora, come Cartesio e come Hegel, crede che l’ente contradditorio possa esistere, ma con ciò, come dimostrò Aristotele, annulla l’atto del pensare. Come dunque può esistere l’intenzione maligna? Come può esistere un pensiero che fa riferimento al contradditorio, ossia all’impossibile, mentre la realizzazione di quel pensiero, ossia il peccato, è possibile? Perché il soggetto concepisce un fine realizzabile sì, altrimenti il peccato non esisterebbe, ma che non è un vero bene, bensì un falso bene, la cui falsità è dimostrabile in base al principio di non-contraddizione.
La doppiezza morale nasce da una sfiducia o da una negazione scettica o da un’affermazione soggettivistica della verità. Tale ò la gnosi e la morale cabalistica dei Rosa-Croce. Ebbene, i Rosa-Croce sono gli ispiratori della massoneria che sorgerà ufficialmente a Londra nel 1717. Dopo il successo di Lutero e di Cartesio, ormai i Rosa-Croce si sentono in grado di uscire allo scoperto e di diventare da invisibili a visibili.
Masciullo fa notare altresì come nella famose Costituzioni di Anderson del 1723 si respinge come «stupidità» l’ateismo. Senonchè la Massoneria, presentandosi come teismo superiore al Dio rivelato dal cristianesimo e come quella dottrina di
pace e di convivenza umana che oltrepassa ciò che può raggiungere il cristianesimo, lascia perplessi circa l’attendibilità del suo teismo, benché sembri voler accettare il Dio della religione naturale, ma, come fa notare Masciullo, l’accoglienza della gnosi kabbalistica propria dei gradi alti, esoterici, della massoneria, fa temere fortemente una sostanziale indifferenza della massoneria al teismo o al concetto idealistico, kantiano di Dio15 e quindi, in ultima analisi, al Dio antinomico della Kabbala e quindi all’ateismo.
I massoni stessi riconoscono che la massoneria possiede due anime apparentemente contrastanti: un’anima razionale egualitaria ed umanistica, proposta nei gradi bassi e un’anima più elitaria, elevata, segreta ed esoterica, di stampo gnostico, proposta nei gradi alti a coloro che ne sono degni, ai quali non tutti i massoni accedono, per cui i misteri supremi restano oscuri a loro stessi.
Si parla così di una massoneria fredda o blu e massoneria calda o rossa. Gli stessi massoni guardano con occhio di benevola disapprovazione la massoneria indisciplinata nell’occultismo non priva di eccessi, che essi stessi chiamano «di frangia». Che significa questa differenza? Esiste una contraddizione? Tutto sta a vedere come il massone intende il concetto di ragione.
È il concetto cartesiano di ragione, non come facoltà che può funzionare o non funzionare, non come ragione che si ferma davanti al mistero, una ragione per la quale esista una realtà divina che non può comprendere, ma come ragione sussistente in atto – res cogitans -, che dovrebbe definire l’uomo come tale, come «spirito» o come «mente». Ora, per la verità, quella ragione che definisce come ragione in atto il soggetto che la esercita, quella ragione che appartiene a quell’ente la cui essenza è quella di essere ragione sussistente in atto, è solo Dio.
Quindi Cartesio non si accorge di definire la ragione umana in termini che convengono solo a Dio. Non c’è da stupirsi se d’ora in avanti la ragione ha la pretesa di essere autofondata e di poter raggiungere la scienza assoluta o gnosi, se essa nega che possa esistere una realtà che la trascende e che non può comprendere, se nega che le occorra alcuna «fede» per conoscere verità divine che da sé non possa raggiungere. Se la ragione è divina, perché non dovrebbe
conoscere il divino per scienza o per autocoscienza, senza bisogno di alcuna fede o rivelazione divina?
Masciullo nota poi come la massoneria, soprattutto nel suo sviluppo ottocentesco in Germania, al fine di circondarsi di un alone di sacrale venerabilità, è andata a raccattare nelle più remote antichità e culture tutto ciò che poteva dar lustro all’ideale massonico, senza curarsi della sua credibilità o autenticità. Così la massoneria ha voluto riallacciarsi niente di meno che al patto noachico, o alla costruzione del tempio di Salomone o all’Ordine dei Templari, o agli antichi misteri pagani o agli antichi gnostici.
Le imprese della massoneria nella storia
Masciullo passa poi in rassegna una serie di rivolgimenti storici susseguenti alla nascita della massoneria interrogandosi per ciascuno se e quanto la massoneria possa averli ispirati. Non ci sono dubbi circa la parte avuta dalla massoneria nella soppressione della Compagnia di Gesù nel 1773, circa il contributo alla Rivoluzione americana del 1775-1783, circa lo stimolo dottrinale dato alla Rivoluzione Francese, nell’ispirazione dell’impresa napoleonica, circa il contributo di idee dato al Risorgimento italiano, circa la mentalità che ha fatto da retroterra alla Triplice Alleanza che nella prima guerra mondiale ha voluto abbattere il Sacro Romano Impero, un appoggio collaterale o strumentale può essere stato il contributo alla Rivoluzione russa. Invece occorre fare delle distinzioni riguardanti il sorgere del fascismo e del nazismo.
Masciullo si ferma poi a dare una valutazione dell’impresa napoleonica, chiaramente ispirata agli ideali dell’’89. Meraviglia che un Manzoni, spirito cattolico di salda fede e larghezza di vedute, si sia chiesto, alla morte di Napoleone, se la sua impresa fosse stata vera gloria. Ma come dubitare? Certo che non era stata vera gloria, ma un perfido tentativo di distruggere la Chiesa dall’interno secondo gli intenti della massoneria. Che Napoleone abbia abbattuto tanti regimi dispotici ed arretrati sarà anche vero, ma come non vedere in questa frenesia distruttrice l’odio contro la Chiesa, la quale bene o male manteneva legami vitali con questi regimi?
Ma la cosa più odiosa che si nota nell’azione di Napoleone è il tentativo prettamente massonico di distruggere la Chiesa dividendola tra l’elemento
secolare e l’elemento religioso, e più precisamente fra l’area del popolo guidato dai pastori, parroci e vescovi e l’area degli istituti religiosi soprattutto monastici e contemplativi. Con i primi stipulò concordati e mostrò benevolenza; i secondi li trattò in modo bestiale.
È interessante, infatti, come Napoleone abbia soppresso gli Ordini contemplativi o comunque dediti alla cultura cattolica, come per esempio i Francescani, Domenicani, Benedettini, Agostiniani, Carmelitani, Gesuiti, Cistercensi, Olivetani, Certosini, lasciando in piedi istituti di suore dedite all’istruzione, all’assistenza sociale, alla cura dei malati, ciò che agli occhi dei massoni, spregiatori della religione e della spiritualità, effettivamente appariva ed era socialmente utile, mentre i monaci erano considerati persone oziose, inutili e parassiti della società.
Aggiungiamo che la dottrina massonica, dopo aver trovato fondamento nel rosicrucianesimo e nel razionalismo cartesiano, trova appoggio nel deismo kantiano ed esplicita la sua anima gnostica nell’idealismo tedesco di Fichte16, Schelling ed Hegel. Certamente il nazismo trovò in Hegel la sua concezione dello Stato. Ma il nazismo affonda le sue radici ideologiche anche nel misticismo tedesco medioevale templare, panteista ed esoterico, con agganci alla teosofia, all’antroposofia di Rudolf Steiner, al tradizionalismo esoterico di René Guénon e ai culti magici tibetani. E su questo piano il nazismo ha potuto ricevere collaborazione e ispirazione dalla massoneria esoterica ed occultista.
Masciullo si domanda poi quali sono i piani e le tattiche della massoneria oggi nei confronti della Chiesa. Egli constata come le idee massoniche sono oggi diffuse e praticate nel mondo e tanti le fanno proprie magari senza conoscere la loro provenienza.
La massoneria a partire dalla seconda metà del secolo scorso ha cessato gli attacchi virulenti che ha esercitato nei secoli passati fino al Concilio Vaticano II ed ha mutato tattica. Dopo il Concilio Vaticano II ha cominciato ad adottare un approccio morbido, attento alle istanze del rinnovamento conciliare, promovendo fra i cattolici interpretazioni delle dottrine conciliari che possano in qualche modo dar ragione a certe tesi della massoneria.
Per esempio, il dialogo interreligioso viene inteso come avallo della teoria secondo la quale il cristianesimo non sarebbe la religione più alta, universalmente obbligatoria ai fini della salvezza, ma semplicemente una particolare visione da affiancarsi ad altre di pari valore semplicemente diverse, tra le quali ognuno è libero di fare la sua scelta. Oppure si nega la storicità dei miracoli di Cristo o della creazione di Adamo ed Eva e del peccato originale. Oppure si propone un Dio che non castiga ma salva tutti. Oppure si nega l’immutabilità dei dogmi e si afferma il loro mutare col mutare delle idee filosofiche o culturali e così via. La massoneria penetra nella Chiesa per mezzo dei modernisti, come per esempio Rahner17.
Nel postconcilio sono stati numerosi i tentativi da parte cattolica di allacciare un ponte con la massoneria, facendo leva su alcuni valori umani indubbiamente presenti nelle sue dottrine. Opera importante in questo senso è stata quella di Don Rosario Esposito Le grandi concordanze tra Chiesa e Massoneria, pubblicata dall’ Editore Nardini di Firenze nel 1987.
Dobbiamo riconoscere alla massoneria il merito dell’incondizionata ammirazione del metodo scientifico galileiano, che tanti frutti ha dato e dà nel progresso delle scienze e della tecnica, anche se essa sfrutta slealmente la dolorosa vicenda galileiana per accusare falsamente la Chiesa e la fede di essere nemiche della scienza. In realtà il metodo galileiano, come ha dimostrato brillantemente il Maritain, è in perfetta continuità con lo sperimentalismo aristotelico, odiato dai cartesiani e dai luterani al fine di distruggere la filosofia scolastica aristotelico-tomista sostenuta da secoli ed anche oggi dalla Chiesa.
Tuttavia, bene fece S.Giovanni Paolo II, con gesto magnanimo, a compiere a nome del S.Uffizio dei tempi di Galileo, un atto di riparazione dell’errore da esso commesso, errore che però, come precisò il Papa, non inficia per nulla l’infallibilità del magistero dottrinale della Chiesa, dato che la materia sulla quale si pronunciò il S.Uffizio non era per nulla materia di fede – nessun dogma insegna che il sole gira attorno alla terra –, ma si trattò purtroppo di un errore di esegesi biblica, dove il S.Uffizio, per quanto autorevole, uscendo dalle sue competenze dottrinali, è inevitabilmente esposto all’errore.
Papa Francesco e la massoneria
Papa Francesco, dal canto suo, è sensibile a certe tematiche della massoneria, come la famosa triade liberté-egalité-fraternité, della quale ha trattato nell’enciclica Fratelli tutti, che ha ottenuto consensi negli ambienti massonici. Alcuni però giustamente notano che la fraternità massonica non ha per corrispettivo una paternité, sulla quale invece il Papa tanto insiste, per cui siamo tutti figli di Dio. Ma è chiaro allora che egli dopo aver trovato punti di contatto, sa ben prendere le distanze, per evitare ogni equivoco o di essere strumentalizzato.
La massoneria resta sempre, comunque, come è sempre stata denunciata dai Papi del passato, un’associazione che trama per distruggere la Chiesa o quanto meno ridurla entro i limiti della secolarità e della profanità. Il nuovo diritto canonico del 1983 non la nomina18, ma è chiaro che il can.1374 a lei si riferisce quando commina una «giusta pena» a «chi dà il nome ad un’associazione che complotta contro la Chiesa». Per questo, la Congregazione per la Dottrina della Fede, in una Dichiarazione sulle associazioni massoniche del 26 novembre 1983, ha dichiarato che
«rimane immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro princìpi sono stati sempre inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono a associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Comunione».
Trova molto credito oggi, anche all’interno della Chiesa, una visione dell’uomo, della morale e della società fiduciosa nel potere della ragione, del diritto, della scienza, della tecnica e del dominio dell’uomo sulla natura, nella realizzazione di un continuo progresso nell’uguaglianza, nella tolleranza, nella libertà e nel pluralismo delle culture. È questo certamente un lascito della massoneria. Essa è presente in tutti i grandi organismi internazionali a cominciare dall’ONU. Ma in fin dei conti l’ONU è anche un organismo provvidenziale, come hanno riconosciuto gli ultimi Papi.
Ciò che della massoneria preoccupa è la superbia di fondo, dalla quale è animata questa associazione, che presume che l’uomo da sé possa arrivare alle massime mete del sapere e della virtù. Per questo non sbaglia chi l’accusa di satanismo. Essa ignora il valore e la necessità della grazia e il peso che il peccato ha nella nostra vita. È una forma di pelagianesimo, direbbe il Papa. Per questo essa odia una società come la Chiesa che le ricorda il dovere dell’umiltà, della penitenza, dell’espiazione, dell’ascolto della Parola di Dio, dei sacramenti, dell’obbedienza ai suoi ministri, della preghiera, dell’implorazione della grazia e della divina misericordia.
Una domanda che potremmo porci è: quale peso ha oggi la massoneria nella competizione delle grandi potenze che si contendono il dominio del mondo? La massoneria è certo frutto dell’Occidente. Al di là del suo esoterismo d’accatto, essa è frutto del razionalismo occidentale, con i suoi pregi e i suoi difetti. Le sue radici sono la Grecia, Roma e i miti pagani, con l’apporto dell’ebraismo cabalistico e sionista.
Essa ha certamente peso in Europa, negli Stati Uniti e un America Latina, in minor misura nell’ebraismo, in Russia, e in Cina, ancor meno in India e negli Stati musulmani. Australia e Stati Africani dipendono dalle potenze europee, americane, cinesi, russe ed islamiche.
La massoneria sembra trionfare dappertutto. Non sono lontano dal credere che in Ucraina siano in lotta tra di loro due fazioni opposte della massoneria, quella russa e quella americana. Ma essa ha commesso un errore di fondo: voler distruggere la Chiesa. Questa appare oggi scartata dai grandi padroni del mondo, nonostante il suo miliardo e mezzo di fedeli, per lo più poveri. Eppure, «la pietra che i costruttori hanno scartato, è divenuta testata d’angolo. Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e a chi cadrà addosso, lo stritolerà» (Lc 20, 18).
Note:
1) I membri dell’associazione dichiaravano di poter rendersi invisibili per poter operare segretamente più efficacemente, s’intende, per il bene dell’umanità e il progresso delle scienze.
2) Cf Gershom Scholem, La Cabala, Edizioni Mediterranee, Roma 1992, pp.127-132.
3) Circa le simpatie di Cartesio per i Rosa-Croce, vedi J.Maritain, Le songe de Descartes, Buchet&Chastel, Paris1932, pp.10,13,294.
4) Dio, secondo Lutero, può assumere l’apparenza del demonio e il demonio può apparire come Dio. La cosa è vera, se ammettiamo un criterio di distinzione. È falsa, se suppone la confusione dell’apparenza con la realtà.
5) Cit. da Franz Hartmann, Il mondo magico di Jakob Böhme, Edizioni Mediterranee, Roma, 2005, p.128.
6) Cit. da Hegel, Lezioni di storia della filosofia, 3, I, La Nuova Italia, Firenze 1985, p.221
7) Gershom Scholem, La Cabala, Edizioni mediterranee, Roma 1992, pp74-75.
8) La dottrina della scienza, Editori Laterza, Bari 1971, pp.41,51,77.
9) Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, Editori Laterza, Bari 1963, pp.91-92.
10) Opere, Editori Laterza,Bari 1965, p.286.
11) Vedi il suo libro Ontologia della libertà. Il male e la sofferenza, Edizioni Einaudi, Torino 1995.
12) Per Schelling: Bruno. Il divino e il naturale principio delle cose, Edizioni Spano; per Gentile: Giordano Bruno e il pensiero del Rinascimento, Edizioni Le Lettere, Firenze 1991.
13) Di recente Mons.Miguel Fernandez neoeletto dal Papa a Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede ci ha assicurato che i tempi della cruda severità sono finiti. Oggi però c’è il problema opposto dell’eccessiva indulgenza. Oggi il DDF si pone in ascolto dei fedeli. Occorre però ce anche i fedeli si pongano un ascolto del DDF.
14) Vedi il mio libro L’inferno esiste. La verità negata, Edizioni Fede&Cultura,Verona 2011, pp.54-70.