Veritatis Diaconia recensisce "La dottrina politica cattolica"

dottrina sociale recensioni

Pubblicato su Veritatis Diaconia n. 18, agosto-settembre 2023. 

- a cura di Gianandrea de Antonellis

Si definisce catechismo (dal greco katekèo, istruisco a viva voce) un saggio composto da una serie di brevi domande ed altrettanto brevi risposte (diverso, quindi dallo schema del dialogo platonico, con più personaggi e digressioni alle volte particolarmente lunghe). Promosso fin dal Medioevo dalla cultura cattolica per facilitare l’apprendimento dei princìpi basilari della Religione, il catechismo si presenta come un insegnamento basato su domande e risposte, spesso da mandare a memoria. Strumento adattato anche alla politica (l’esempio più noto è quello del Catechismo sulle rivoluzioni di Monaldo Leopardi, recentemente ripubblicato da Solfanelli assieme ai rarissimi Esercizi spirituali per i liberali) ed utilizzato anche da parte degli avversari della Chiesa – si pensi, ad esempio, ai catechismi pubblicati a Napoli nel 1799 a cura di Onofrio Tataranni (Catechismo nazionale pe 'l cittadino), Ludovico Vuoli (Catechismo sopra la costituzione civile del clero) e il vescovo apostata Michele Natale (Catechismo Repubblicano per l’istruzione del popolo e la rovina de’ tiranni); o al più tardo Catechismo costituzionale della monarchia spagnuola destinato ad illuminare il popolo, ad istruire la gioventù ed all’uso delle scuole primarie. Prima traduzione italiana, Napoli 1820 – viene ora intelligentemente ripreso da Stefano Fontana per affrontare capillarmente la (sana) Dottrina politica cattolica. «Qual è il rapporto della DSC (Dottrina sociale della Chiesa) con la Tradizione?», si chiede l’autore a p. 16. «La DSC è una tradizione e fa parte della Tradizione» risponde prima di argomentare brevemente: «è una tradizione in quanto i Pontefici, dopo la Rerum novarum, hanno continuato con regolarità ad aggiornarne gli insegnamenti sociali. Fa parte della Tradizione in quanto esprime l’essere della Chiesa, la sua essenziale finalità evangelizzatrice e salvifica, la verità del deposito della fede, ossia tutto quanto la Tradizione porta con sé». E aggiunge una riga: «CV 10, 12; LE 3; CA 3», citando come fonte le encicliche Caritas in Veritate, Laborem exercens, Centesimus annus. Infatti una fondamentale caratteristica di questo scritto è il continuo riferimento alla tradizione apostolica: la stragrande maggioranza delle affermazioni sono supportate dalla fonte documentaria relativa a quanto viene esposto, sia per stimolare un approfondimento da parte del lettore, che per dimostrare come la DSC, pur adattandosi alle circostanze secondarie del momento, nella propria essenza non sia né qualcosa di volubile e modificabile a seconda dei capricci di chi deve definirla, né qualcosa che “nasce” con la Rerum novarum, che si limitò a sintetizzarla in modo magistrale, ma non certo creandola ex novo: già nel 1873, ad esempio, quasi vent’anni prima dello scritto di Leone XIII, il saggista carlista Leandro Herrero aveva pubblicato El gobierno carlista. Lo que es en teoría y práctica, rifacendosi all’insegnamento millenario della Chiesa e anticipando, per così dire, la celebre enciclica del 1891. Stefano Fontana affronta inizialmente la natura e i fini della DSC, inserendola nel quadro generale del sapere, illustrando l’essenza della legge naturale («la legge non scritta che deriva dal Creatore e che dipende quindi dalla lex aeterna», p. 44) e specificando quale debba essere il rapporto tra l’unica vera fede e le altre (evidentemente, false) religioni. Quindi si sofferma sui fondamenti della DSC: la centralità di Dio, il bene comune, la precedenza dei doveri sui diritti (tema di eccezionale attualità…), l’indisponibilità della vita umana, il principio di sussidiarietà, la proprietà privata e la destinazione dei beni. La terza ed ultima parte affronta gli ambiti della DSC: la politica propriamente detta (cioè «l’attività guidata dalla ragione pratica secondo le categorie del bene e del male applicata alla vita della comunità», p. 141), il matrimonio e la famiglia, l’educazione e la scuola, la società, il lavoro, l’economia e la comunità internazionale. Il risultato è un testo che merita assolutamente di essere divulgato, perché sintetizza in maniera egregia e comprensibile a chiunque una dottrina di cui molti, anzi troppi (a partire dai vertici della Chiesa) sono del tutto o quasi ignari, spesso spinti a considerare il pensiero tradizionale della Chiesa (che non conoscono) inferiore e sorpassato dalle speculazioni ideologiche di radice liberale e/o marxista, dimostrando un senso di inferiorità che la semplice conoscenza della DSC basterebbe a dissipare.


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