Veritatis Diaconia recensisce "La Tiara e la Loggia"

crisi della Chiesa recensioni storia

Pubblicato su Veritatis Diaconia, n. 18, agosto/settembre 2023. 

- a cura di Gianandrea de Antonellis

La Tiara e la Loggia. Il titolo non tragga in inganno: come
chiarisce immediatamente il sottotitolo, non si tratta di una storia delle attuali infiltrazioni della massoneria all’interno della Chiesa, bensì della lotta secolare dei “liberi muratori” (che ovviamente non hanno mai maneggiato un mattone in vita loro) contro la Sposa di Cristo. Allo scopo di renderlo perfettamente comprensibile anche al lettore che non avesse ben chiara l’essenza della massoneria, il saggio contiene due sezioni: nella prima si individuano le basi teoriche (gnosi, panteismo, templarismo, rosicrucianesimo) e l’organizzazione interna (logge, obbedienze, riti e gradi
iniziatici) dei “figli della vedova”; nella seconda si affrontano le vicende storiche della massoneria, individuandone le successive metamorfosi onde influenzare i vari movimenti che, nel corso dei secoli, si sono alternati a combattere il Trono e l’Altare, dall’illuminismo al giacobinismo, dal socialismo al comunismo, dal risorgimentalismo ai fascismi, dal liberalismo al modernismo e via enumerando. Sì, anche i fascismi: Gaetano Masciullo – che ha recentemente curato l’antologia L’ariete del modernismo. I gesuiti nelle parole di Malachi Martin (Fede & Cultura, Verona 2022), lucido atto d’accusa nei confronti della Compagnia di Gesù e del suo inarrestabile cambiamento avvenuto negli anni Sessanta del secolo scorso – si sofferma sulle relazioni tra massoneria e fascismo, un terreno delicato e un argomento che troppo spesso è stato liquidato affermando solennemente l’estraneità (anzi, l’incompatibilità) del movimento mussoliniano con gli interessi delle logge. Se a livello ideale (o ideologico) è indubbiamente vero che il fascismo, nella sua idolatria dello Stato, non avrebbe potuto sopportare una presenza ingombrante come la massoneria, è altrettanto vera l’appartenenza alle varie obbedienze di importanti membri del regime: dai tre quadrumviri su quattro (Italo Balbo,
Emilio De Bono e Michele Bianchi, rimanendone estraneo il solo Cesare Maria de Vecchi) a tantissime altre personalità di spicco del PNF che appartennero o per lo meno transitarono dalla massoneria. Va detto che esistevano due obbedienze: la minoritaria Gran Loggia d’Italia (GLI o di Piazza del Gesù) che appoggiò il fascismo e la maggioritaria Grande Oriente d’Italia (GOI o di Palazzo Giustiniani) che gli fu contraria, di fatto spingendo il governo allo scioglimento della massoneria. In sostanza, Mussolini inizialmente si avvalse del sostegno massonico, ma una volta giunto al potere se ne volle liberare, anche per le ingerenze franco-inglesi nelle logge italiane. Ben più noti i rapporti tra massoneria (ed altre società segrete) e nazismo, sul cui aspetto esoterico sono stati versati fiumi d’inchiostro. Anche il comunismo annoverò massoni tra i suoi fondatori e comunque, ascrivendosi tutti questi movimenti nell’alveo della Rivoluzione (con la maiuscola, per indicare quella che va dall’umanesimo al transumanesimo), poiché tutti perseguirono il progetto di instaurare un nuovo ordine mondiale, logge e movimenti vari si utilizzarono a vicenda. Ciò è avvenuto in occasione della guerra al Trono (con la rivoluzione francese, preceduta dall’illuminismo e seguita dal bonapartismo), della guerra all’Altare (con la rivoluzione italiana), della guerra all’Impero (con la Prima guerra mondiale), della guerra alla proprietà (con la rivoluzione bolscevica). E come giustificare la guerra del fascismo, del nazismo e del comunismo alla massoneria? La risposta va cercata nella visione del mondo di detti movimenti rivoluzionari, i quali ritenevano che con il loro avvento si fosse raggiunto quel nuovo ordine auspicato anche dalla massoneria e che quindi essa non fosse più utile allo scopo prefissato. Infatti afferma Masciullo: «non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che due di questi modelli politici – quello sovietico e quello nazifascista – implicarono ben presto un’aperta persecuzione ai danni delle obbedienze massoniche: la ragione recondita di quelle messe al bando non fu un convinto anti-massonismo, bensì la convinzione di aver superato ormai la necessaria fase rivoluzionaria della storia umana. Comunisti e nazifascisti erano entrambi altrettanto convinti del fatto che le proprie rispettive ideologie rappresentassero il conseguimento dell’uomo nuovo per il quale le logge avevano tanto lavorato nei secoli, e che tutte le società sovversive segrete non avrebbero avuto più ragion d’essere dopo il loro avvento: la sopravvivenza di queste, infatti, avrebbe significato soltanto il pericolo di una rinnovata opposizione al novus ordo ormai consolidato» (p. 271). Di conseguenza, «tutti gli sforzi adesso avrebbero dovuto orientarsi verso la diffusione del proprio rispettivo modello rivoluzionario del mondo» (p. 272). Con la seconda guerra mondiale il modello nazifascista è stato sconfitto da quello comunista, alleato con quello liberale (nelle due versioni anglosassone e francese), ma assieme alle visioni di Mussolini ed Hitler la stessa massoneria «ha terminato la propria funzione storica» (ibid.). Masciullo – sottolineando che il suo è un lavoro sulla massoneria e non sulla rivoluzione, che è tuttora attiva nelle nuove fasi (dopo e di conseguenza della rivoluzione dei costumi) legate al gender – parla quindi di una fase postmassonica: «possiamo affermare con lucidità e certezza che la Massoneria ha ben raggiunto il proprio scopo: a livello filosofico, la diffusione del pensiero gnostico (anche se in diverse varianti “volgarizzate”) e, a livello politico, la diffusione del socialismo a tutti i livelli e in tutte le nazioni del mondo. Attenzione: si è scritto che la Massoneria ha completato la propria funzione storica, non che la Rivoluzione sia terminata, né che le varie obbedienze massoniche siano scomparse. La Massoneria è ancora formalmente viva come istituzione. Il punto che si vuole rimarcare è il seguente: la Massoneria non è più attiva e decisiva così come lo è stata nei secoli passati per quanto riguarda le lotte sociali e culturali. Il pensiero massonico ha talmente permeato la società contemporanea che gli individui pensano e agiscono con categorie gnostiche e massoniche senza neanche rendersene conto, senza dunque che vi sia la necessità di essere iniziati e formati nelle logge» (p. 272-273). E cita il caso da un lato dell’ONU e delle altre organizzazioni sovranazionali, dall’altro del governo comunista cinese (dietro al quale – dopo essere state fondamentali nel rovesciamento del Celeste Impero – continuano ad agire le triadi, liquidate erroneamente come cosche mafiose, ma in realtà più simili a logge massoniche). Per concludere, tornando a quanto si diceva all’inizio, l’obiettivo massonico principale è quello di combattere la Chiesa, adesso non più attaccandola dall’esterno, bensì infiltrandola dall’interno e snaturandola, tentando di raggiungere la realizzazione di un’unica religione sincretica. E giustamente osserva Mons. Nicola Bux nella sua prefazione: «nell’inconscio c’è il Pantheon, in realtà incombe Babele» (p. 5).


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