Pubblicato su alleanzacattolica.org, 19 agosto 2022.
a cura di Susanna Manzin
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Stefano Chiappalone è ben noto ai lettori del sito di Alleanza Cattolica per i suoi articoli pubblicati nella rubrica Via Pulchritudinis, dai quali emerge passione e competenza che spazia dai temi legati all’arte figurativa a quelli relativi alla bellezza degli ambienti e delle buone relazioni. In questo contesto, Chiappalone ha dedicato un commento al Trionfo della Morte affrescato dal pittore fiorentino Buonamico Buffalmacco (1290-1340) nel Camposanto monumentale di Pisa e proprio questa opera d’arte fa da sfondo al suo primo romanzo.
Si tratta di un giallo in piena regola con un omicidio, le indagini condotte dal solerte vicequestore, gli interrogatori dei sospettati e infine la scoperta del colpevole. Ho scritto che l’affresco fa da sfondo alla vicenda, ma in realtà è qualcosa di più. L’arte è rappresentazione della realtà oppure è la realtà che si rispecchia nell’arte? I personaggi del libro si trovano infatti in straordinaria sintonia con quanto ha voluto raccontare quel lontano pittore medievale. Come leggiamo nel romanzo: «Quell’affresco collocato a un tiro di schioppo prendeva sempre più carne».
Tancredi, il giovane protagonista, giornalista con una grande passione per l’arte, si imbatte in personaggi di varia umanità, accademici, studiosi, una libraria, un clochard e un ribelle scapestrato. Tutti alle prese con le difficoltà e i drammi della vita, le speranze e le delusioni. L’autore ha studiato all’Università di Pisa e pagina dopo pagina si possono gustare le descrizioni delle vie, dei monumenti, degli angoli più caratteristici di questa straordinaria città toscana che evidentemente ha molto amato. Viene voglia di visitarla nuovamente e soprattutto di andare a vedere il Camposanto e il suo affresco. Ma soprattutto pagina dopo pagina ci si lascia prendere dall’avvincente trama: la falce della Morte lascia tutti attoniti e dalla narrazione emerge la grande domanda di senso, ben evidenziata dall’affresco così come da questo pregevole romanzo d’esordio di Stefano Chiappalone.
Il romanzo conferma che la narrativa può trasmettere valori importanti, essere una occasione di meditazione ed uno straordinario veicolo di bellezza, che diviene segno di qualcosa che va “oltre”. Infatti, la scoperta del colpevole non mette fine alle domande di sempre: per quanto possa essere doloroso, è necessario affrontare la morte per poter affrontare la vita.